Nomi fantasy di eventi: usare il tempo per creare una cultura

Come inventare nomi per gli eventi leggendari, le grandi battaglie del passato, e la nascita e la morte degli dei nel tuo mondo fantasy? E cosa c’entra con le sagre gastronomiche e i festival di musica per drogati?

Continuiamo il nostro fantastico viaggio nel meraviglioso mondo dei nomi fantasy e come sfruttarli per fare worldbuilding.

Dopo lo spazio vediamo il tempo. O meglio vedremo due tipi di nome diversi: quelli legati ad eventi che scandiscono il tempo, e quelli legati ad eventi ricorrenti, eccezionali e storici. In realtà è una distinzione non troppo rigida e ci sono sovrapposizioni tra le due categorie: “una volta ogni morte di papa”, è un evento eccezionale ma anche un modo metaforico per intendere un lungo passaggio di tempo. E, come avrete già intuito, non possiamo capire che significa “una volta ogni morte di papa” senza sapere cos’è il papa, come viene eletto, qual è il suo potere e la sua influenza culturale.

Vedremo anche nomi apparentemente meno importanti come nomi di mesi o dei giorni della settimana, e di come spesso sia una buona idea non usarli in un’opera di fiction a meno che non sia assolutamente necessario.

In soldoni questa categoria è volutamente un po’ vaga perché ci stiamo addentrando in un territorio sempre più difficile da attraversare senza altre conoscenze su come creare culture e farle evolvere storicamente. Ma, fino al prossimo post sull’argomento, non facciamoci fermare da dettagli del genere.

Nomi comuni di eventi che scandiscono il tempo

Dai secondi, ai mesi alle ere geologiche abbiamo un sacco di nomi che ci aiutano a scandire il tempo nella comunicazione di tutti i giorni. Se restiamo sui nomi comuni di scala “piccola” (secondi, minuti, giorni, settimane…), visto l’uso pervasivo di questi termini e la difficoltà di reinventarli in modo che siano chiari, una soluzione è usarli il meno possibile e, quando servono, usare i nostri termini: incontreremo Legolas tra un mese; i carichi di gemme di mana arriveranno tra due settimane; i generatori di muoni si caricheranno nel giro di un’ora.

Uno potrebbe obiettare che sia strano che un altro pianeta o un altro universo abbia deciso proprio di dividere il tempo come noi. D’altra parte, a meno che la storia che stai progettando non orbita pesantemente attorno a qualche tema che richieda una riflessione su come dividiamo il tempo, creeremmo solo rumore inutile, e possiamo supporre di star traducendo le loro unità di misura, nel nostro equivalente più simile. Un po’ come nei romanzi americani tradotti in italiano, dove non è raro che tre piedi diventino un metro.

Comunque, se serve, esistono modi per riclassificare velocemente alcuni termini nella narrativa.

Il razzo celeste “Papa Giovanni Paolo III” è pronto alla partenza: iniziare il conto alla rovescia. Il lancio partirà tra dieci amen. Nove… otto… sette…

In questo modo abbiamo comunicato che questa civiltà spaziale molto cattolica usa gli amen invece dei secondi. Potrebbe aggiungere un po’ di caratterizzazione all’ambientazione, ma resta comunque una fonte rischiosa di ambiguità inutili: reinventa i termini comuni con cui misuriamo il tempo solo se assolutamente necessario. E se sei indeciso, probabilmente è un sintomo del fatto che non è davvero necessario.

eventi fantasy - games of thrones
Magari se le stagioni si alternano a caso, va bene rinunciare alla parola anni e far contare giorni, estati o inverni agli abitanti del mondo fantasy

Se hai un pianeta alieno con un ciclo luce-buio strano (ad esempio: alba, giorno, tramontalba, supergiorno, tramonto, notte…), se hai esseri pentadimensionali che vedono i secondi come gocce da asciugare con la spugna, se hai un mondo piatto con una colonna solare che si innalza al centro per mille chilometri e si accende e spegne ogni dodici ore creando un ciclo giorno-notte (e cancellando l’alternanza delle stagioni). In casi assurdi come questi, valuta di cambiare alcuni termini base con cui misuriamo il tempo. Altrimenti no.

Nomi propri di eventi che scandiscono il tempo

Ma se è una buona idea conservare i nomi comuni delle misure di tempo, lo stesso non è sempre vero dei nomi propri. Posso incontrare Legolas la settimana prossima, ma se devo incontrare Legolas lunedì a qualche lettore verrà da storcere il naso: gli elfi della terra di mezzo hanno il lunedì? Come Garfield?

Certo, possiamo fingere che lunedì sia una traduzione del primo giorno dell’equivalente elfico della settimana. Ma questo presuppone molte cose, come un fine settimana di riposo, magari dove si va a messa, e una settimana lavorativa. Se lo chiamiamo lunedì, il lettore si aspetterà automaticamente qualcosa del genere. E il tuo mondo funziona così?

Se la risposta è no, puoi valutare l’ipotesi di inventare nuovi nomi per i giorni della settimana (o per i mesi, o quello che ti serve). Ma anche qua abbiamo un problema. Se incontro Legolas di larstoog, invece che di lunedì, non si capisce nemmeno se sia un giorno, un posto o un colpo di tosse. E infatti, una soluzione elegante è non usare per niente giorni della settimana o nomi di mesi. In molte storie è possibile senza perdere nulla in trama e ritmo.

eventi fantasy legolas
“Sì, ma quindi quando dobbiamo incontrarci…”

Ma a volte, purtroppo, non è possibile. Servono i giorni della settimana e l’ambientazione, per le sue caratteristiche, ti impedisce di usare i nostri. Come ripensare i nomi dei giorni della settimana, o dei mesi, o di altre unità di misura?

Prima di tutto occorre chiedersi quali misure di tempo hanno nomi specifici. Indichiamo i giorni della settimana con nomi propri, invece che con numeri, ma per i secoli non funziona così. Premesso che, senza buone ragioni, è meglio non alterare questi sistemi basilari, esistono ambientazioni di opere di successo che hanno compiuto scelte radicali in questo senso (in Disco Elysium, i secoli non sono indicati con numeri ma con nomi o aggettivi che derivano da regnanti o avvenimenti importanti: il Secolo di Dolores, il Secolo di Franconegro, il Secolo Ultimo…).

Come inventare nomi per giorni e mesi fantasy

Ma, per brevità, limitiamoci a vedere mesi e giorni della settimana. In entrambi i casi chiediamoci l’origine dei nomi reali che abbiamo usato in Europa negli ultimi secoli.

  • Nomi religiosi/astronomici (lunedì, martedì: il giorno della luna, il giorno di marte);
  • Nomi di persone importanti che hanno riformato i calendari o avuto potere (agosto da Augusto);
  • Caratteristiche climatiche del periodo (febbraio, brumaio);
  • Attività umane tipiche del periodo (vendemmiaio);
  • Numeri modificati in qualche modo, magari con suffissi coerenti (settembre, ottobre, novembre, dicembre).

Ovviamente mondi fantasy che, invece di basarsi sull’agricoltura, si basano sul coltivare cristalli di mana possono avere nomi di attività diverse. Mondi con fenomeni climatici sovrannaturali o comunque diversi dai nostri, avranno nomi che li rispecchiano. Mondi senza stagioni dove solo i cicli lunari danno un’idea del passare del tempo… beh, forse non hanno nemmeno il concetto di mese o di anno (contano le lune? Cicli astronomici di stelle lontane? Gli intervalli di tempo in cui, nella grotta del tempo, si crea una stalattite di minerali magici, cresce fino a pesare troppo, staccarsi e cadere a terra?).

Ricorda però di pensare a queste cose solo la storia lo richiede in modo ineluttabile, altrimenti perderai solo tempo. Alcuni nomi che ti ho proposto nelle regole provengono dall’incredibile calendario elaborato durante la rivoluzione francese. A quei tempi le autorità potevano giustiziare i cittadini per inezie e, nonostante questo, la gente ha spesso continuato a usare i nomi pre-rivoluzionari per chiamare i mesi. Tu non disponi del potere del direttorio, quindi è probabile che il tuo pubblico sia ancora meno collaborativo dei cittadini francesi. Se scegli la via di inventare nomi propri diversi per giorni e mesi, assicurati che sia necessario e che il pubblico li capisca, presentandoli in una scena che li introduca organicamente e in modo chiaro.

Mentre giravo il video di questo articolo (ottimo per ripassare mentre fai altro!) mi è venuto in mente un esempio per introdurre nomi di giorni o di mesi in modo organico in una storia. Qua sotto l’ho sviluppato un pochino meglio, ma vedremo meglio come introdurre nomi strani nel prossimo post.

Vediamo un esempio.

Gli uffici della gilda sono bui e deserti. Il gonfaloniere Marlow punta la lanterna verso la scrivania del capogilda e illumina un diario. Lo apre e inizia a sfogliarlo.

Il suo assistente gli si avvicina. “Beh? c’è qualcosa che lo riconduca al capo dei briganti?”

Marlow scuote la testa. “Niente…”

Il suo assistente gli strappa l’agenda di mano. “Guarda qua! C’è una crocetta uncinata il 12 di Margrad.” Sfoglia in avanti le pagine. “E, un mese dopo, una crocetta uncinata il 12 di Purfobir. E il 12 Gonegar, e così via, ogni mese. Dove abbiamo già visto quella croce?”

Marlow sgrana gli occhi. “Lo stendardo del marchese Adolfus Von Schicklgruber!”

E ora sappiamo che quei buffi nomi senza senso sono i mesi di questa storiella. È che il cattivo di questo noir rinascimentale è Adolf Hitler. Potere dei nomi!

il vero mostro
TAM-TAM-TAAAAAAM

Eventi ricorrenti

I nomi dei mesi e delle stagioni non sono gli unici nomi propri che scandiscono il tempo. Esiste un altro tipo di eventi che, nonostante nascano per motivi diversi, aiuta a scandire il passaggio del tempo: gli eventi ricorrenti.

Le messe dei cattolici, l’incoronazione di un nuovo re o regina in Inghilterra, il festival annuale del reggae e delle canne, le olimpiadi, la pulizia delle strade il giovedì sera, e un sacco di eventi simili sono degli ottimi esempi di questa categoria. Nel progettare eventi del genere è impossibile non pensare in modo profondo le culture che li creano e gli danno un nome. E, spesso, eventi del genere sono fantastici per comunicare al lettore o ai giocatori informazioni sul tuo mondo inventato: molto più efficaci di pagine e pagine di infodump, che probabilmente verrà saltato a piè pari da tre quarti del pubblico.

Negli esercizi alla fine di questa sezione vedremo un esperimento facilissimo che ti permetterà velocemente di caratterizzare da un punto di vista storico, religioso e culturale un’intera popolazione, con niente di più di nomi e periodi di tempo ricorrenti. E approfondiremo meglio l’argomento nel post sulla creazione delle culture.

Ma andiamo con ordine

Feste, festival e messe: fare worldbuilding con gli assembramenti

Gli eventi ricorrenti sono fenomeni sociali, che generano tradizioni, gusti estetici e pandemie mitologia. Restando strettamente nel campo dello sport: una popolazione che raduna cinquantamila persone per un partita di calcio è diversa da una che ne raduna altrettanti per vedere guerrieri che si sbudellano con spade e tridenti.

eventi fantasy una partita di quidditch
Una civiltà che riempie uno stadio per vedere minorenni sfrecciare senza caschi a trenta metri d’altezza è un po’ diversa dalla nostra

Quando pensi a nomi di eventi del genere, cerca di far trasparire due cose diverse.

Primo: qual è l’atteggiamento delle persone verso questo evento? È una cosa seria e ufficiale? O è una scusa per divertirsi? È una cosa noiosa ma necessaria? È una vergogna che dovrebbero far smettere?

Un festival per bevitori di liquori può essere un festival serio per gente seria e con una scopa in culo, o una scusa per sbronzarsi, o un festival serio ma portato avanti con umorismo. Questo è l’atteggiamento verso l’evento, e dà luogo a nomi anticheggianti o latini, nomi banali ma chiari, giochi di parole più o meno buffi e quant’altro.

In secondo luogo: a cosa serve questo evento? È una festa? È un rito religioso? Serve per ricordare qualcuno o qualcosa? Serve a tenere pulito l’ambiente? Oltre all’atteggiamento considera che il nome deve far trapelare qualche informazione sull’evento. Anche nel caso di parole di origine antica, come messa, se torniamo indietro nel tempo hanno un senso logico o metaforico (messa verrebbe dalla locuzione latina “ite, missa est”. Sul significato specifico della frase, poi, i latinisti non sono completamente d’accordo. Nel tuo mondo inventato, cerca di fare un lavoro migliore dei latinisti che abitano la nostra realtà).

I nomi di eventi ricorrenti, come tutti gli altri, filtreranno anche nei modi di dire e nel linguaggio metaforico che usiamo tutti i giorni (succede ogni morte di papa, sembra la notte degli oscar per gli idioti, ascoltarlo è come sentire la predica a messa). Sfrutta i dialoghi nella tua opera per mostrare come i nomi e gli eventi generali entrano nella vita dei tuoi personaggi e come vengono giudicati in modo diverso dalle diverse persone.

Per creare nomi di eventi ricorrenti varia tra i soliti tropi visti anche nel precedente articolo sui nomi di città fantasy:

  • descrittori dell’evento, realistici, metaforici (festa della donna, earth day, capodanno);
  • nomi di persone importanti (Columbus day);
  • nomi di luoghi (festival di Woodstock, Lucca comics and games);
  • cose connesse all’evento (sagra degli arrosticini);
  • nomi antichi evoluti fino svuotarsi di significato (ferragosto: la vacanza di Augusto);
  • semplici date (il 25 aprile, il 4 luglio).

Nomi di eventi storici

Alcuni eventi capitano una volta sola, ma il loro impatto riverbera per secoli nella storia (cioè, riverbera, ma solo in avanti nel tempo, non indietro, come un sasso nello stagno ma che produce onde ma solo da una parte e… mi sa che ho smerdato la metafora). In ogni caso: gli eventi storici.

eventi fantasy la grande puzza
Il mio nome di evento storico preferito è La grande puzza del 1858

Guerre, trattati, realizzazioni di opere, cambi di potere e raggiungimento di incredibili obiettivi di solito hanno dei nomi ufficiali e, quando sono molto importanti e conosciuti, anche diversi nomi comuni.

Anche qui, siamo in pieno territorio di worldbuilding culturale: è difficile immaginare il nome 11 settembre senza prima immaginarsi dinamiche politiche ed economiche, guerre, terrorismo, torri gemelle, aeroplani e un sacco di altre cose. Ma è interessante che un singolo nome (due parole a essere pignoli) possano evocare una simile valanga di significati.

Per gli eventi storici, poi, torna rilevante la regola sugli esonimi e gli endonimi. Diverse culture o, addirittura, diverse fasce della stessa cultura vedranno l’evento in modo radicalmente diverso e a volte si riferiranno ad esso in modo diverso. Restando in America, un iperpatriota, un hippie, un pompiere e un complottista vedranno l’11 settembre in modo diverso.

Ai fini di creare una storia o un mondo di gioco, probabilmente non ti serviranno un milione di eventi come nel mondo reale: una manciata di eventi storici determinanti (o anche uno solo!) sono più che sufficienti per molte ambientazioni.

Dato che una storia o un’avventura di solito orbitano attorno al conflitto, eventi storici che facciano scaturire conflitto avranno la priorità sugli altri. Non intendo necessariamente cose come la Seconda Guerra Mondiale, o la battaglia delle Termopili: un cambio di potere è di solito una grande occasione per conflitti giganteschi che toccano la società a molti livelli.

Esempi

Abbiamo visto esempi fantasy e postapocalittici: vediamo qualcosa con un’ambientazione fantascientifica con laser e robot macchine a vapore e automi.

Siamo nella colonia marziana di Jerusalem V, è l’anno del signore 1899 o, come lo chiamano sulla colonia il Nuovo Anno 72. Perché su Jerusalem V, iniziano a contare gli anni dal Nuovo Anno Zero, quando la colonia è stata fondata. I più scettici fanno notare che il nome più corretto sarebbe Terzo Anno Zero, visto che nel 1826 i primi insediamenti di Jerusalem V hanno avuto un guasto alle pompe per riciclare l’ossigeno, tutti i coloni sono morti e l’anno dopo l’Ente per la colonizzazione spaziale ha dovuto rifare tutto da capo…

Il clima e il passaggio del tempo, su Marte, sono un pochino diversi dalla Terra. Idealmente un autore dovrebbe controllare quantomeno la voce su wikipedia prima di scrivere, ma per amor di sintesi, fingiamo che i coloni vivano sotto terra e abbiano inventato delle megaserre effettivamente capaci di sostenere la popolazione di una città. Il clima sulla superficie, però, conta lo stesso, dato che queste serre e tutte le altre macchine della città sono collegate a una mega centrale a energia solare.

marte
Jerusalem V vista da fuori

L’inverno e l’estate sanciscono quanta energia si può usare e di inverno, nei giorni più bui, capita che alcune abitazioni private restino senza elettricità. Ogni tanto la centrale si guasta e, mentre la riparano, si dice che c’è un piccolo inverno. Un tempo ne capitava uno, massimo due all’anno. Ma ora che sono arrivati gli ingegneri, quelli bravi che hanno preso la laurea sulla Terra, c’è almeno un piccolo inverno al mese.

La vita su Jerusalem V

La vita, su Jerusalem V, è scandita da eventi semplici. Una volta all’anno c’è l’Invio: dopo dodici mesi di estrazione di preziosissimi tartufi marziani, il carico viene spedito sulla Terra. Nel mese precedente è un continuo ammazzarsi di lavoro per recuperare tutti i ritardi accumulati durante l’anno ed evitare punizioni da parte dell’Ente. I terrestri sono inetti in ogni aspetto della vita, tranne che nel mandare guardie per il recupero crediti.

Il giorno dopo l’Invio è tradizione fare la Festa del Lancio, dove i coloni possono banchettare e festeggiare con primizie arrivate dalla Terra e spesso viene bruciata l’effige del Presidente dello Spazio, il capo dell’Ente. Il problema è che, negli ultimi anni, i più giovani iniziano la festa del Lancio con qualche giorno d’anticipo e, dopo essersi ubriacati, bastonano e lanciano fuori dalla base tutti i terrestri e le guardie che trovano da soli e indifesi.

Il Presidente dello Spazio sta valutando di cambiare il calendario degli invii di risorse e renderla un’attività meno pubblicizzata per evitare ritorsioni simili, ma si sa: le cose sulla Terra si fanno con lentezza.

Cunicoli chiusi senza finestre o luce solare sono un ambiente molto salubre se sei un batterio o una muffa. O un po’ meno per gli umani: epidemie di ogni genere controllano con rigore la demografia di Jerusalem V, e le autorità corrono ai ripari. Una volta al mese, due tipi con zaini a pompa, schizzano tutti i tunnel e le porte della città con l’amuchina per disinfettare, durante la Pulizia. Le malattie non sono calate particolarmente, ma è l’unica cosa che fa spostare dai tunnel i drogati e i bivaccatori di professione e molti cittadini la apprezzano.

I tunnel più ricchi richiedono una Pulizia anche una volta a settimana, ed è segno di status sociale vivere in un posto che puzza di ospedale. Nei negozi vendono fragranze al disinfettante per la casa o per la pelle per avere più classe negli eventi sociali.

La città si chiama Jerusalem V e, per come l’ho immaginata, i coloni sono principalmente bifolchi texani moderatamente bigotti. Ovviamente una volta a settimana vanno a messa. Ma come tutte le cose che fanno su Marte, anche le messe sono migliori di quelle della Terra. I più fedeli (o più pazzi), infilano la tuta da lavoro esterno ed escono col prete ubriacone ma patriota in superficie, per essere più vicini a Dio, mentre pregano.

Esercizi

Come sempre, imparata tutta la teoria è bene fare qualche esperimento per ricordarla meglio e vedere subito con quali metodi ti trovi più a tuo agio. In questi esercizi, faremo finta che nel nostro mondo inventato il tempo venga misurato in secondi, minuti, ore e giorni, dalla durata simile ai nostri. Cominciamo con gli eventi che scandiscono il tempo: i più importanti per inventare culture e popolazioni.

Prendi una delle città che hai inventato nei precedenti esercizi. O, se li hai saltati, prendi la città di Calabon: una colonia fargese nei Nuovi Tropici. Ora chiediti: che succede in città una volta all’anno? Una volta al mese? Una volta a settimana? E una volta al giorno? Riti religiosi, giochi sportivi, spettacoli, derattizzazioni, elezioni, orge nella pubblica piazza, tornei di magic: esistono quasi solo risposte giuste. Trova dei nomi per questi eventi. Pensa a chi è maggiormente interessato a eventi del genere, chi li disprezza, quanto sono antichi, quanto sono pervasivi mentre elabori i nomi. Questo metodo è fondamentale per creare culture e città che sembrino vive nella narrativa lineare, ma ancor più nei giochi di ruolo, dove i giocatori, grazie ad eventi simili, troveranno occasioni per conoscere meglio il mondo e interagirci.

Restiamo nella tua città (o in quella di Calabon). Quali sono tre eventi che hanno dato forma alla città? Non parlo solo della nascita di Santi protettori o assedi. La crocifissione di Cristo ha influenzato luoghi lontani nello spazio e nel tempo dall’evento, e a Calabon potrebbe essere successo qualcosa del genere. Sentiti libero di creare gli eventi che preferisci (vedremo più avanti come inventarne di ottimi), ma cerca di crearne almeno uno che susciti reazioni contrapposte negli abitanti del tuo mondo. Qual è il nome ufficiale di questo evento? Quello popolare è diverso? Nel tempo è rimasto sempre uguale? Che nomi offensivi usa chi odia l’evento per definirlo o per insultarne i protagonisti?

E ora un esercizio più specifico. Pensa alla cultura della tua città inventata e a una delle sue attività fondamentali: l’agricoltura, la religione, la guerra: quello che vuoi. Fingiamo che dei rivoltosi razionalisti abbiano preso potere in città e abbiano deciso di riformare il calendario in modo chiaro e razionale, come se fossimo in Francia a fine ‘700. Come si chiamerebbero i dodici (o altro numero di) mesi?

Per finire: prendiamo un’astronave gigante che deve trasportare parecchie persone in un viaggio lunghissimo (congelati? Con finta gravità? Conservati in lattine sterili? I dettagli spettano a te). Come scandirebbero il tempo sulla nave? In modo uguale alla Terra (o altro pianeta di partenza) o in modo diverso? Che nomi usano gli astronauti nel loro linguaggio di tutti i giorni? Che casini causa (anche solo potenzialmente) con la comunicazione, se possibile, verso casa, o nei rapporti con altre astronavi?

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