Nomi di città fantasy: come inventarli

Trovare nomi di città fantasy e luoghi inventati in generale può essere un’attività lunga, noiosa e priva di risultati. Oppure qualcosa divertente, che comunica un sacco di informazioni al pubblico senza spiegoni. Vediamo come farla in questo modo.

Continuiamo il nostro viaggio nel worldbuilding dei nomi, e affrontiamo i nomi di città fantasy. O, per essere più precisi, i nomi di luoghi fantasy in generale. Perché la geografia di un mondo inventato, proprio come quella di un mondo vero, non è composta solo da confini, coste e città. Cimiteri abbandonati, formazioni rocciose strane, grotte spettrali, chiese sconsacrate abitate da mutanti, torri costruite nel bel mezzo del nulla, e un villaggio con all’ingresso un segnale che dice “Benvenuti a Collepollo, pop. 872” cancellato, e sostituito dalla scritta rossa “QUI MORTE!! ANDATE VIA!!” sono elementi geografici con cui abbiamo che fare tutti i giorni nella nostra vita moderna.

E i nostri eroi fantasy non sono diversi. Ma andiamo con ordine.

NOTA: questo articolo è il secondo di una serie su come inventare nomi fantasy. Se non hai fatto, ti consiglio vivamente di leggere il primo post: ci sono dei concetti che qui non rispiegherò che sono fondamentali per capire cosa fare.

Nomi di luoghi fantasy

Con i nomi di città fantasy approfondiamo un concetto che abbiamo già intravisto nelle bastardizzazioni dei nomi di persona. I diversi luoghi e la gente che li abita si chiamano in un modo che non coincide necessariamente con come li chiamano gli altri. In alcuni casi, quindi, parleremo di endonimi (il nome con cui i tedeschi chiamano sé stessi: deutch) ed esonimi (i nomi con li chiamiamo noi non-tedeschi: tedeschi, germans, crucchi e così via). E assieme a questi, tutte le norme che possono proibire o obbligare l’uso di determinati nomi.

sturmtruppen
A volte il modo con cui ci definiamo non rientra negli schemi degli altri

Norme non solo legali o culturali, ma anche psicologiche. Alcuni di questi aspetti sono facilmente visibili nella vita di tutti i giorni. È un caso, che negli esempi su termini discriminatori contro popoli e culture, abbia scelto proprio la Germania, invece dell’Albania o del Marocco? Forse sono una zecca di sinistra, o magari un povero intellettuale censurato dalla cancel culture, costretto a trattenersi per paura. O magari, quando ero piccolo, mio nonno partigiano mi ha raccontato storie orribili sui tedeschi che mi hanno impressionato e mi condizionano tuttora. Il giudizio è tutto vostro…

Tutto questo perché i nomi di luoghi sono molto legati ai nomi di popoli, tribù o, per usare un termine generico da ficition, fazioni. Questo discorso, in molte storie, ha anche implicazioni sulle cosiddette razze fantasy (che spesso, in realtà, sembrano specie) e sugli alieni. Ma anche sulla nostra Terra, dove l’ammontare totale delle specie animali molto intelligenti ammonta a uno, gli umani, i diversi popoli hanno sviluppato lingue e nomi diversi per chiamarsi. Per ora, se hai intenzione di usare nani, elfi e gnomi nella tua storia o avventura, trattali come altri gruppi di umani, dal punto di vista linguistico. Oppure, se vuoi fare le cose per bene, vai alla mia guida per creare razze fantasy, e impara come sviluppare sistemi di comunicazione bizzarri, basati magari sui gesti, sui segnali luminosi o sulle ragnatele.

Ma i nomi di geografia non sono solo popoli, città e nazioni. Sono anche nomi di luoghi geografici. E qui il discorso è leggermente diverso.

Nomi di città fantasy antiche e nuove

Possiamo classificare i nomi di geografia in diversi modi, nella nostra realtà. Il luogo è naturale o creato dall’uomo? È un punto (una città, una montagna) o una linea (un fiume, una strada)? È una fonte di risorse, o un posto orribile senza nulla di utile?

Per inventarci i nomi, però, ci interessa principalmente un solo parametro. Le città tendono ad avere una vita media molto più lunga di quella di un uomo, evolvono col tempo, e il loro nome riflette questi cambiamenti.

Quindi dobbiamo chiederci: il luogo è antico o nuovo? Ok, detto così forse è poco chiaro: vediamo un esempio. Prendiamo una città: è una città antica, che risale a un insediamento di selvaggi/coloni/invasori arrivati oltre 3000 anni fa, quando non sapevano neanche scrivere? O è una città “nuova”, di cui sappiamo quando è stata fondata, sappiamo chi ha scelto il nome, e magari anche il perché?

Nel primo caso abbiamo tantissimi insediamenti europei (in realtà, tra imperi che si espandevano, e popolazioni arrivate in Europa in massa, sono state fondate diverse nuove città o colonie di cui abbiamo molte informazioni, ma ora non ci interessano questi dettagli). Nel secondo caso praticamente tutte le città fondate da europei in America e in Australia.

I nomi evolvono

Questo può sembrare un dettaglio stupido, ma i luoghi antichi hanno ricevuto nomi in tempi antichi. I suoni cambiano e si evolvono, ma i significati spesso vanno perduti. I luoghi nuovi, invece, spesso hanno nomi molto comprensibili (una descrizione del luogo, un nome metaforico, il nome del re, di chi l’ha scoperto, o di un qualche tizio importante: cose del genere).

La realtà è che, probabilmente, anche i luoghi antichi hanno nomi del genere. A volte, grazie alla linguistica, possiamo addirittura capire il senso di questi nomi antichi. Ma, altre volte, il significato svanisce col tempo e, in mancanza di fonti scritte, è un po’ tirare a indovinare.

Comincia pensando a dove si trova il tuo luogo antico. Se è vecchio di millenni è letteralmente impossibile che sia abitato esattamente dalla stessa popolazione che lo ha abitato per primo e ha scelto i nomi. Chi c’era lì? Una civiltà nemica? Una specie estinta? Gli alieni?

Aliens
Aliens

Questo popolo scomparso che lingua parlava? Risposta questa domanda, crea i nomi antichi e inizia il processo di bastardizzazione. Il popolo che li ha scelti è stato cacciato, conquistato o trasformato, e ora c’è una nuova lingua, con suoni diversi. E come sai già, i nomi devono essere compatibili con le capacità dei parlanti.

L’insediamento longobardo di Gwald (che significherebbe, non a caso visto il posto, bosco) diventa Gualdo man mano che i longobardi si fondono con la popolazione locale italica (o vengono massacrati da Carlo Magno).

Nomi di luoghi geografici fantasy

E i luoghi geografici? D’accordo, esistono una manciata di laghi e montagne artificiali create in tempi recenti, e in molte ambientazione fantastiche, non è difficile immaginare maghi o robot terraformatori in grado di modificare la geografia in modo drammatico e frequente. Senza contare che diamo nomi a pianeti, crateri e asteroidi che, in un’ambientazione fantascientifica, potrebbero ospitare città spaziali.

(Esercizio per casa: che nomi scegliamo, nella realtà, per simili luoghi? Sono scelti in modo sempre uguale, o c’è qualche differenza se l’astronomo è cinese, americano, o altro ancora? Che valori o scelte esprimiamo con questi nomi?)

Ma la quasi totalità dei luoghi geografici, in molte ambientazioni, è antichissimo e i selvaggi del luogo avevano nomi per designarli da prima che fondassero città o anche solo villaggi.

Questo è vero. Ma è anche vero che in tempi antichissimi, gli uomini non potevano spostarsi facilmente come oggi. Nei luoghi geografici diventa ancora più importante il concetto di esonimi e endonimi. La tua storia (o il tuo gioco) avrà probabilmente un punto di vista culturale (quello del tuo protagonista, o dei tuoi giocatori): un insieme di conoscenze linguistiche, morali e culturali con cui viene filtrato il mondo.

Tutti conosciamo il monte Everest, ma molti di noi (ad esempio, io) non ricordiamo i numerosi nomi locali, nelle varie lingue delle popolazioni che oggi vivono in zona. Dettaglio interessante. Il nome Everest viene scelto dagli inglesi a metà Ottocento. Dopo vari tentativi falliti di comunicare con la popolazione locale per scegliere uno, tra i tantissimi nomi con cui viene chiamato in monte, si opta per il cognome del governatore, Sir George Everest.

montagna fantasy
L’Everest

Everest, che leggeva sempre il mio blog, si sarebbe opposto alla scelta perché la parola Everest risultava poco pronunciabile per gli abitanti del luogo, e non si dovrebbero mai usare nomi incompatibili con le capacità dei parlanti.

Sui nomi dell’Everest ci sarebbe molto altro da dire. Visto che anche sulla storia della regione, sui suoi cambi di potere, e sui suoi conflitti ci sarebbe molto altro. Ma magari lo vediamo un’altra volta (o mai più, visto che questo non è un blog di geografia).

Interpretare male il passato: nomi di città postapocalittiche

Questo concetto, in realtà, è valido per ogni tipo di nome. Ma è più facile incontrarlo quando pensiamo ai nomi di città, o di cose che durano a lungo nel tempo.

In molti tipi di storie, soprattutto nelle ambientazioni postapocalittiche, i personaggi si ritrovano davanti a grandiose rovine del passato, che testimoniano la gloria della civiltà perduta. Non è raro che in questi casi, gli autori, con un po’ di ironia drammatica, ci mostrino come questi elementi vengono capiti male dai sopravvissuti di oggi.

Dallo scambiare attori in megaposter pubblicitari per grandi re del passato, fino a prendere Charlie Chaplin per Adolf Hitler, è pieno di film, libri e giochi sull’argomento. Un motel con un cartello con la scritta “No Vacancy” mezza distrutta da un’esplosione, diventa la cittadina di Novac, nel gioco postapocalittico Fallout. E cosa è rimasto nella tua ambientazione postapocalittica? Una base militare riconvertita in città? Un parco nazionale pieno di cartelli con scritte mezze cancellate? Ciminiere non ancora crollate che sembrano torri per qualche scopo incomprensibile? Tutto questo verrà rispecchiato dai nomi che i sopravvissuti usano per chiamarle.

nomi di città fantasy - Novac
Benvenuti a Novac!

Ma questo non è vero solo per le ambientazioni alla Mad Max. Antiche inscrizioni romane, o peggio in alfabeti diversi dal latino, e preconcetti culturali ereditati da atlanti o enciclopedie sbagliate possono generare incomprensioni del passato anche quando pensiamo a nomi di cose o di persone (è dibattuto tutt’oggi se San Zopito sia un martire greco chiamato in realtà Zopiro, o un’incomprensione nata da pastori abruzzesi che leggono un antico epitaffio con le parole sopitus in domino: che dorme con dio).

La distanza geografica e linguistica, poi, possono avere lo stesso effetto della distanza temporale, in questo senso. Nel 1870, Miguel, el vaquero argentino, quando si aggira tra i cowboy bigotti e analfabeti del Texas, può essere chiamato qualcosa tipo McGill, the mexican buckaroo, visto che sono parole e concetti più facili per un texano ignorante dell’Ottocento.

Nomi come strumento politico

Ma torniamo un attimo all’Everest: è un caso che fossero degli inglesi invece che dei nepalesi o dei francesi a scegliere il nome ufficiale?

A meno che non crei un mondo molto bizzarro dove un’unica cultura uguale e sempre uniforme occupa ogni singolo spazio dell’ambientazione, il tuo mondo sarà un posto ricco di conflitti. Non per forza violenti, ma comunque conflitti.

Questi conflitti, e i rapporti e i cambi di potere che ne derivano, saranno un argomento centrale del capitolo su come creare le culture. Per ora accontentiamoci di creare sistemi di nomi che riflettano questi rapporti conflittuali.

La lingua, già, è uno strumento importantissimo. Abbiamo detto che un nome deve essere compatibile con le capacità linguistiche dei parlanti. Ma abbiamo anche visto cosa succede quando due popoli con sistemi fonetici incompatibili si scontrano, uno conquista l’altro, e inizia a colonizzarlo.

O meglio, abbiamo visto una delle possibili cose che succedono. Tornando agli aborigeni del precedente post, in Australia è relativamente pieno di luoghi che conservano i nomi originali aborigeni. O delle bastardizzazioni più o meno fedeli per farli pronunciare meglio agli anglofoni. Anche in America non è rarissimo trovare città o luoghi che rispecchiano, alla buona, il nome amerindio originale.

Cartello di Woolloomooloo
Woolloomooloo è un quartiere di Sidney. Il nome è l’inglesizzazione (!?) di un termine aborigeno che significherebbe “terra ricca”.

Questo vuol dire che gli inglesi sono cattivi con gli indigeni, mentre australiani e americani sono stati buoni? La storia ci dice di no, ma è innegabile che queste tre potenze abbiano usato approcci diversi per rapportarsi coi territori occupati, sviluppati in epoche diverse, e abbiano deciso, poi, di sviluppare narrative diverse per giustificare ciò che hanno fatto.

Oltre alla lingua, i nomi dei luoghi rispecchiano anche la religione e gli altri valori culturali della fazione dominante di un popolo. Il fascismo adorava l’onomastica latineggiante, che evocasse i tempi di quando Roma era davvero una potenza militare rilevante. Molte città, quartieri e paesi italiani, rispecchiano il potere che la chiesa cattolica ha avuto sul territorio (nomi di santi, di cose sacre, perifrasi composte con la madonna).

Punti di riferimento

Prima di procedere con le regole per inventare i nomi, però, voglio sottolineare che il concetto di luoghi trascende le città, le nazioni e i luoghi geografici grandiosi. Come abbiamo visto nel post precedente, il worldbuilding dovrebbe costruire un sistema di punti di riferimento che permettano al pubblico o ai giocatori di orientarsi nel tuo mondo inventato.

Questi punti di riferimento, dal punto di vista geografico, possono essere molte cose diverse: luoghi, anche piccoli, che siano importanti per la tua storia o avventura. Vie, statue, incroci, locande disperse nel nulla ma rinomate per il cibo, spiagge da sogno, vecchie fabbriche chiuse, caverne con mille tunnel. Uno degli errori più frequenti quando si realizzano mappe fantasy (ci sarà un post anche su questo, tranquilli) è imitare google maps e fare mappe noiose, con coste, città e un paio di elementi geografici vaghi, tipo “le Alpi nanesi”.

Invece occorre pensare ai nomi dei luoghi tenendo presente il punto di vista del protagonista della nostra storia (o dei giocatori) e scegliere, di conseguenza, i luoghi che meritano dei nomi. Se il protagonista è un poliziotto, conosce le caserme, il bar dei poliziotti, i confini dei quartieri più brutti, e alcuni locali dove succedono cose losche. Se è un tossico delinquente, le case degli spacciatori, l’edificio abbandonato dove può drogarsi relativamente in pace, i cantieri dove rubacchiare rame o altra robaccia da rivendere. Questi posti hanno dei nomi, a volte più di uno: quello ufficiale, e il soprannome con cui lo chiamano abitualmente i personaggi.

Nomi di luoghi fantasy - Statua di Felipe III
La statua “ironica” in onore di Felipe III, re che ha portato la città di Revachol alla rovina, al centro del quartiere Martinaise, da Disco Elysium.

Come sempre, non sottovalutare le implicazioni politiche e culturali di questo tipo di nomi. La via è intitolata a Garibaldi, Matteotti, o Craxi? È una statua di Martin Luther King Jr. o del generale Lee? La piazza del quartiere prende il nome dalla chiesa, dalla presenza di fabbriche, dall’etnia della maggior parte degli abitanti, o da cosa altro?

Rispondi a queste domande e avrai molto di più di semplici nomi, ma un mondo complesso e coerente che ha deciso di utilizzarli.

Regole per inventare nomi di città fantasy

Eccoci al cuore del capitolo. Vale la stessa regola del post precedente sui nomi di persona: quando costruiremo i nomi dobbiamo tenere a mente quanto detto finora, altrimenti avremo solamente bei suoni nel vuoto. Una roba inutile, insomma. Quindi ricordiamoci tutte le implicazioni politiche, culturali, linguistiche e migratorie dei nomi di luoghi.

Fatto?

Fantastico: ora creiamo qualche nome di città fantasy. Quando pensiamo alle città e ai luoghi geografici abbiamo una manciata di principi generali che, combinati, possono generare una gamma pressoché infinita di nomi.

  • Iniziamo dal più semplice e gettonato. Nome di luogo (naturale o artificiale) seguito da un modificatore (il modificatore può essere un aggettivo, un nome, un santo, altro…). Collestorto, Boscorosso, Ponte Lago Lungo, Monte San Giovanni. Ovviamente lingue diverse dall’italiano useranno parole diverse da quelle italiane negli esempi: Direwood, Ile de Raoul, Calle del Rey… Ricordiamo che i nomi di luogo, poi, possono venire da una lingua diversa da quella usata oggi. I vari Castro-qualcosa italiani, e i something-chester inglesi derivano entrambi dal latino castrum, che significa accampamento di persone senza palle militare. E sono quasi tutte città che sono cresciute in luoghi dove sorgevano accampamenti militari. Un nome geografico di questo tipo può descrivere in modo appropriato un luogo… o essere appositamente menzognero per attirare nuova gente in un posto di merda e spopolato. La Groenlandia (terra verde) non era ricoperta di prati. Le pianure desertiche di Las Vegas (le pianure fertili) non sono molto fertili. E la tua Città Felice: è davvero felice, o è piena di gente triste e bugiarda?
nomi di città fantasy - silent hill
Benvenuti a Collequieto. Deve essere un bel posto per rilassarsi, giusto?
  • Nomi di persone famose con eventuali modificatori. Nei romanzi di fantascienza classica anni ‘50, nelle colonie spaziali, è pieno di città con nomi “positivisti” legati a grandi scienziati e astronomi: Humboldt, Galileo IV, Nuova Kepler… e riflette una determinata visione del mondo. Una visione tutto sommato simile a quella dei nostri astronomi visto che molti dei nomi usati per asteroidi, crateri e sonde spaziali sono della stessa impostazione. Ma in realtà usiamo nomi simili da millenni prima di esplorare lo spazio. Da Alessandria a Contantinopoli, da Baltimora a Sao Paolo, usiamo nomi di gente famosa per chiamare le città da moltissimo tempo. I motivi possono essere diversi: un generale massacra tutti, conquista una città, e le cambia il nome (e usa il suo, o quello di sua madre, se è un bravo figlioletto). La città è fondata in una colonia che appartiene a Tizio e gli abitanti della colonia, per ingraziarselo, gli intitolano una città. Magari il nome usato appartiene a un personaggio simbolico per una cultura, una nazione o una religione. O magari gli abitanti hanno cambiato nome alla città per attirare l’attenzione di multinazionali ricchissime, come Amazon. I nomi di persona, in ogni caso, possono essere usati al naturale o modificati secondo gli schemi visti sopra, con aggettivi, luoghi o suffissi da luogo (-ia, -poli, -burgo, etc…). Ricorda sempre che i nomi di persona hanno un forte valore politico e sono molto suscettibili a cambiamenti. Costantinopoli è diventata Istanbul. Pietroburgo è diventata, nell’ordine, Pietrogrado (-grado suona più russo del tedesco -burgo e, come diceva lo zar, si fottano i tedeschi), poi Leningrado (chiamata così da dei tizi a cui non stava molto simpatico lo zar), poi San Pietroburgo (quando il regime di quei tizi antizaristi è caduto).
  • Nomi di cose, edifici o lavori, eventualmente seguiti da un modificatore. Questa regola è perfetta per trovare nomi per villaggi fantasy. Quanti paesetti esistono in Italia col nome che contiene parole come Molino, Caldara o Porto? In un certo senso funzionano come i nomi geografici con modificatore. Ma vale la pena di sottolineare che i nomi di luogo non riflettono solo le caratteristiche o geografiche o i nomi di personaggi grandiosi. Ma anche le attività e i valori delle persone comuni. E questo non vale solo per i paesetti. La Spagna, un paese molto cattolico in passato, ha battezzato molte nuove città nelle colonie americane con nomi di “cose” religiose, come Trinidad, o Los Angeles.
  • Nomi che si riferiscono ad eventi storici, o temporali. Dal Cammino del Martire, al Salto degli Amanti, ci sono alcuni paesi e luoghi con nomi che si riferiscono ad eventi accaduti lì in passato, da guerre storiche, a leggende. Sono nomi ottimi anche per strade (il sentiero di San Jok, tra le montagne, la strada del pepe, tra la capitale e l’oriente). Possono andar bene per un sacco di luoghi strani: vecchi campi di battaglia, edifici dove si sono compiuti massacri, cerchi di pietre dove le streghe fanno riti una volta l’anno. E hanno il vantaggio di dare informazioni storiche o temporali, oltre che geografiche. Non a caso, soprattutto in ambientazioni con la magia, avere luoghi legati a rituali che scandiscono il tempo, può dar luogo a interessanti fenomeni linguistici (qual è l’equivalente, nel tuo mondo, del nostro una volta ogni morte di papa?).
  • Metafore di cose che assomigliano al luogo (questo è più tipico dei luoghi piuttosto che per gli insediamenti). Un monte può facilmente diventare un dente, o un vecchio, o un generale. Sette scogli vicino a un’insenatura possono essere le sette sorelle, o i sette apostoli, o i sette soldati o i sette maiali. Anche la scelta di questo genere di nomi ci dà informazioni sulla gente che ha scelto di usarli. In questo caso ricorda che puoi lavorare su una singola parte del luogo per indicarlo tutto (il nome sette sorelle non indica solo i sette scogli, ma l’intera baia lì davanti).
  • L’evoluzione di un nome svuotato. Tutti questi principi per dare nomi vengono usati da migliaia di anni, anche quando la gente parlava lingue che oggi non esistono più, come i volgari italiani antichi, la lingua d’Oc, il longobardo o il latino. E i nomi nelle loro lingue morte sopravvivono, mutano la forma e perdono il significato, fino a diventare qualcosa di apparentemente incomprensibile, come Milano (Pianura di mezzo? Terra tra i fiumi? Santuario centrale? I linguisti non hanno raggiunto un verdetto univoco). Inventare nomi antichi è come inventare nomi di persona dal nulla. Combinare sillabe, individuare combinazioni che si ripetono e attribuirgli significato. Poi inizia la bastardizzazzione: si modifica il nome per renderlo pronunciabile nella lingua nuova, e magari si accorcia un po’ (Mediolanum diventa, dopo molte evoluzioni, Milano). Ovviamente si possono aggiungere modificatori anche a questi nomi: New York, Milano Marittima, Springfield Illinois (e tutte le cittadine americane con molti omonimi dove bisogna indicare lo stato).
  • Il nome di un’altra città con qualche modificatore. Nel mondo reale non è raro che un popolo, quando colonizza un altro posto, battezzi regioni e fondi nuove città coi vecchi nomi (Nuova Amsterdam che poi è diventata New York, per esempio). E infatti anche la fantascienza opta spesso per nomi simili, quando i protagonisti hanno colonizzato pianeti alieni. In questo caso considera sempre se puoi usare modificatori originali che diano informazioni aggiuntive sul tuo mondo. Se fai uno space fantasy con Dante e i ghibellini che costruiscono razzi spaziali alimentati a energia teologica e partono alla ricerca di Dio nel cosmo, magari su Marte fondano Firenze Nova, invece di Nuova Firenza.

Video per continuare a imparare come inventare nomi di città fantasy mentre fai altre cose, tipo lottare contro i mutanti, esplorare l’Abruzzo post-apocalittico, o pilotare un’astronave steampunk.

Modificatori creativi

Quello che abbiamo visto finora è ottimo per creare nomi credibili, riconoscibili e interessanti. Ma siamo qua per scrivere un fantasy e, ovviamente, vogliamo di più. Quindi ecco l’ultima regola: variate i metodi con cui create i nomi e i modificatori. Nessuno vuole un regno dove tutte le città si chiamano Portosabbia, Boscoverde, Colleclino e Pianacolta. Diventa farsesco come con i nomi parlanti alla Dickens, se usato in modo indiscriminato. Usate modificatori creativi e dotateli di significato.

A occhio, in quale di questi due regni sembra probabile che ci sia una dittatura grottesca spersonalizzante: quello le cui città di chiamano Martovia, Collestello e Salina Bassa, o quello che ha Insediamento Uno, Insediamento Due, e Insediamento Tre?

E ora che abbiamo un cattivo cattivissimo che proibisce addirittura i nomi: come fanno i cittadini di questi luoghi a parlare? Si chiamano unesi, dueesi e treesi? Oppure, nei contesti ufficiosi, usano i nomi vecchi delle città, o dei luoghi dove le hanno fondate? O magari gli abitanti sono insetti antropomorfi che comunicano vomitandosi addosso sostanza chimiche, e questi nomi servono solo per firmare documenti con umani e altre creature con lingue verbali scritte?

Abitanti di città fantasy

Per finire: come si chiamano gli abitanti dei luoghi? Nella realtà questo è un argomento molto vasto. Ma nella fiction è necessario semplificare: se vuoi evitare incomprensioni con il pubblico o i giocatori, ti conviene evitare quei nomi che non corrispondono chiaramente ai nomi di luogo (Chieti, teatino; Gubbio, eugubino; Treviso, trevigiano…), soprattutto con le città o i luoghi inventati da te.

Ma tolto questo consiglio intuitivo, cosa possiamo fare con i nomi degli abitanti? Non basta prendere il nome di un luogo e aggiungerci -ese, -ano o robe simili?

Sì, ma con questi nome vale la pena chiedersi: come si considerano gli abitanti di quel luogo? E le istituzioni? Gli abitanti si identificano col nome di un luogo esteso (francesi), della città più importante (romani), della dinastia che comanda o della religione principale? O magari si definiscono orgogliosamente abitanti della propria città, liberi dalle logiche di potere più grandi. O abitanti di contrada che odiano i vicini ancora di più di ogni potenza straniera.

Ogni persona si può definire in più modi, in relazione al suo senso di appartenenza. Tizio è italiano, di Roma, del Testaccio. Ma anche europeo, bianco in generale, o un umano di fronte a dei marziani mutanti. Quale parola usa per definirsi? Che parole usano gli altri? La risposta è la stessa per tutte le domande: dipende dal contesto.

Di fronte a un rivale di un quartiere vicino, è del Testaccio, di fronte a una persona di un’altra città, è romano, e così via… Nel contesto della tua storia (o della tua avventura) sarà bene concentrarsi principalmente su un singolo livello per evitare di imboccare al pubblico un casino di nomi inventati (Tizio è gradoriano, della città di Bestaria, nel quartiere di Alteria bassa e… ho già dimenticato il primo nome). Ma in alcuni contesti può essere interessante inserire personaggi con un punto di vista diverso, che viene riflesso da un uso diverso dei nomi (in una guerra tra gang di due diversi quartieri di Roma, arriva un questore calabrese che pensa che tutti i romani siano dei selvaggi da manganellare sulle gengive, sia la gang del protagonista, che quella dei cattivi).

In ogni caso cerca di tenere a mente tutti questi concetti senza sacrificare mai la riconoscibilità. Se abbiamo due regni che si chiamano Altamonte e Supramonte (non è una scelta eccellente, ma per non distruggere l’esempio, fingiamo che sia necessaria), abbiamo gli Altamontesi e i Supramontesi. Se vogliamo applicare un po’ di economia a due parole lunghe, simili e composte possiamo avere gli Altesi e Supresi. Ma chiaramente, i popoli lontani li chiamano entrambi montesi visto che, da quella distanza, sembrano due popoli di caprai bigotti e cafoni assolutamente uguali.

spongebob cavernicolo
Un montese

Esempi

Vediamo come applicare quanto visto in un esempio concreto. Stavolta, per avere la comodità di non inventare da zero tutta la cultura, ci butteremo nelle rovine del nostro mondo dopo l’apocalisse nucleare. Un ennesimo plagio di fallout all’italiana, per capirci.

I nostri sopravvissuti, cinquanta anni fa, quando sono esplose le bombe, hanno trovato rifugio in un carcere abbandonato tra gli appennini abruzzesi.

Il cartello arrugginito all’ingresso diceva “Carcere di Massima Sicurezza Lombroso”. D’annunzio Tonelli, il tipo che ha guidato i sopravvissuti, decide di staccare il cartello tranne che per una parola “Sicurezza”: il nome di questo nuovo villaggio. Un nome che riflette uno dei valori più importanti, adesso. Ma che in teoria dovrebbe aiutare i mercanti stranieri a non pensare troppo ai predoni che infestano le montagne circostanti.

E, a proposito, come si chiamano le terre circostanti? Prima di tutto, visto che siamo in Abruzzo, abbiamo l’Abruzzo. Ma la parola non intende più l’esatta regione pre-apocalittica. Ma contempla solo Sicurezza e un altra manciata di insediamenti tra il nord dell’Abruzzo e il sud delle Marche, conquistati da Gionfante Tonelli, il nuovo capo dei sopravvissuti. O magari tutto il Centro-Sud Italia, appena conquistato in una serie di campagne militari nel nuovo Impero degli Abruzzi.

arrosticini
L’apocalisse non ferma gli arrosticini.

Nomi di luoghi fantasy abruzzesi

E, visto che siamo in un mondo postapocalittico, immagino che buona parte delle città, fabbriche e infrastrutture sia ridotto a crateri radioattivi, difficilmente abitabili dai sopravvissuti. Ma i lor nomi sopravvivono nel tempo. Il deserto di Roma potrebbe designare rovine radioattive in cui è impossibile avventurarsi senza tute o protezioni adeguate. Se serve possiamo anche tagliare in due lo stivale con una striscia radioattiva da attraversare per andare da sud a nord e viceversa. È più radioattiva vicino a coste e pianure e più sicura nell’entroterra appenninico, meno popolato, meno bombardato ma anche povero di strade e collegamenti (in compenso ricco di predoni, magari qualche mutante, con un terzo occhio aperto sul gomito).

In Abruzzo lo chiamano l’Equatore di Appo, dal nome del mercante che per primo lo ha attraversato fino a nord ed è tornato vivo; ma più genericamente lo chiamano l’Equatore (l’Abruzzo è freddo, l’inverno nucleare è freddo: l’Equatore è caldo, ti cuoce). Se l’apocalisse è abbastanza recente (poche decine di anni) e la civiltà non si è ancora ripresa possiamo immaginarci che i sopravvissuti a nord lo chiamino in modo diverso dagli abruzzesi, con cui hanno pochissimi contatti, e infatti il loro nome per la striscia radioattiva è il Terzo Mondo. I più ignoranti chiamavano così indistintamente sia la zona radioattiva che quella a sud (e magari pensavano che tutte le civiltà a sud vivessero sempre in mezzo alle radiazioni).

Celentato - Serafino
I predoni mutanti che abitano le montagne dell’Equatore.

Più città

Ma tornando al regno. Oltre la capitale, Sicurezza, che altre città ci sono? Un impianto sciistico: ha attrezzatura meccanica, magari è vicino a qualche strada decente per sostenere il flusso di turisti, ma risparmiata dai bombardamenti perché poco strategica.

L’Hotel Amoroso, nel paesino di Afandoli (tutti nomi inventati) sembra un candidato perfetto. Amoroso è un nome che contrasta piacevolmente con lo scenario macabro dell’Abruzzo post-apocalittico. È un hotel proprio tra le montagne che dividono Sicurezza dalle città costiere, un punto di passaggio obbligato ed è fondamentale tenerlo al sicuro per la sopravvivenza dell’Abruzzo.

E, visto che siamo arrivati in costa, facciamo una fermata Nuova Pescara una città portuale sorta attorno a un cantiere navale sopravvissuto alla distruzione della città. A nord, al confine con l’equatore, sorge una nuova città, una stazione commerciale chiamata D’annunzio sull’Equatore, in onore del primo signore di Sicurezza. È una città piccola, in un posto orribile, ma vicina a risorse fondamentali, quindi è piena di soldati per proteggerla e nuovi coloni che sostituiscano quelli morti.

Magari uno dei pochi libri sopravvissuto all’apocalisse (la collezione privata del padre di D’annunzio Tonelli, un tipo che dai nomi dei discendenti, doveva essere appassionato di letteratura) è il Signore degli Anelli. In questo caso possiamo avere il laboratorio di Moria, sotto al Gran Sasso, dove capi militari e scienziati possono studiare al sicuro tecnologie pre-apocalittiche e preparare meraviglie e armi per l’Abruzzo. Questo senza contare Carbonaia delle Marche, Mulino a Valle, Pontelargo e tutti gli altri villaggi sorti attorno a risorse o luoghi strategici.

Gli abitanti delle varie città, nonostante un certo campanilismo, si chiamano abruzzesi. Gionfante Tonelli, durante le sue conquiste, ha fatto un buon lavoro per creare un’identità culturale comune e il risultato è che, invece di sudditi ribelli, ha dei cittadini collaborativi. E forse sarà proprio questo che permetterà al prossimo capo di conquistare tutto il Sud Italia e riportarlo alla gloria di uno stato pre-apocalittico. O di una dittatura militarista e spietata.

Esercizi

Come per i nomi di persona, facciamo qualche esercizio per trovare al volo nomi credibili che raccontino storie interessanti. Di nuovo, ai fini di un esercizio efficace ma rapido, consiglio di utilizzare ambientazioni (fantasy o reali) preesistenti e lavorare con le risorse, la cultura e la geografia proposte ripensando da capo i nomi. Se necessario aiutati con nomi di persona inventati (D’annunzio e D’Annunzio sull’Equatore), ma cerca di spiegare, anche solo in modo superficiale, chi fossero quelle persone e perché hanno deciso di usare il loro nome.

  • Pensa a due regni confinanti. Come si chiamano? I loro nomi rispecchiano lingua, valori o cultura diverse o simili? Perché?
  • Restiamo in questi due regni e pensiamo ad almeno tre insediamenti per ognuno. Sono insediamenti antichi o siamo in una colonia inesplorata? Come viene riflesso dai nomi?
  • Prendiamo la capitale di uno dei due regni. Come si chiamava in passato? Se è una città nuova, come veniva chiamato quel luogo prima della fondazione della città?
  • Sempre nella capitale. Pensiamo ai quattro o cinque quartieri in cui è suddivisa: possono essere antichi, recenti, ricchi, poveri, tradizionalisti, universitari, etc… Che nomi hanno? I nomi rispecchiano lo scopo del quartiere o no? Magari rispecchiano lo scopo che aveva 200 anni fa? È una città con una forte rivalità tra i quartieri o piena di gente che se ne sbatte dell’orgoglio di contrada e al massimo si preoccupa di tasse e degrado? Come viene rispecchiato dai nomi?
  • Prendiamo un luogo geografico (un monte, un passo, un lago) al confine tra i due regni. Viene chiamato allo stesso modo da entrambi in tutte le occasioni? Perché? Esistono altre culture che gli danno nomi diversi? Il nome del luogo è cambiato nel corso del tempo?
  • Pensiamo a una risorsa fantasy: tartufi allucinogeni marziani, supermetallo, cristalli di mana, o minchiate simili. In che luogo vengono estratte, lavorate o commerciate nei due regni. Come si riflette nei nomi di strade, ponti, quartieri o altri luoghi?
  • Abbiamo pensato a un sacco di nomi ufficiali. Ma come vengono chiamati nella vita di tutti i giorni? Luoghi orribili con nomi bugiardi vengono distorti in modo satirico? Dire che un tipo sembra provenire da un determinato quartiere o posto può essere un insulto? Gli stranieri che parole usano per chiamarli? Sono rispettosi e intimiditi, o irrisori e razzisti?

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Ti è piaciuto il post? Ti sta sul cazzo ma ti sembra utile? Hai voglia di inventare altri nomi fantasy?

Fantastico: perché come ti ho già detto questo articolo fa parte di una serie, che ora è conclusa e puoi leggerla tutta.

Nel primo post parliamo dei nomi di persona e di un po’ di regole generale che abbiamo nominato anche qui (compatibilità, riconoscibilità e coerenza). Cose basilari ma fondamentali, condite da un sacco di esempi ed esercizi semplici ma molto efficaci.

Nel terzo articolo sui nomi parliamo di eventi storici per il tuo mondo fantasy! Se hai già letto il primo post, clicca qui sotto e scopri cosa hanno in comune la seconda guerra mondiale, la pulizia delle strade e la sagra della porchetta, quando inventiamo un mondo fantastico.

Nell’ultimo articolo sui nomi affrontiamo cose, oggetti e tabù. Una grande conclusione dove vedremo una carrellata di bizzarrie, gerghi e bestemmie dal mondo reale, e come usarli per creare un mondo più solido e profondo della Terra di Mezzo di Tolkien.

Per finire, se vuoi creare sistemi linguistici per razze fantasy, diverse dagli umani, che magari comunicano in modo comp0letamente diverso, senza usare voce o scrittura grafica, studia la mia guida per creare razze fantasy (se hai fretta salta al capitolo “Come comunicano?”, ma ti consiglio di leggere il post per intero: imparerai mille trucchi per creare rapidamente razze originali e tematicamente coese alla tua storia).

Questo articolo ha 4 commenti.

  1. Grazie, il post mi è stato utile per una riflessione sul mondo di fantasia che ho creato; stavo cercando proprio informazioni sui nomi di città finte poiché mi si è posto un problema ora che ho deciso di tradurre le mie storie in inglese.
    Il mondo finto è un contesto in cui la “normalità” degli abitanti è convivere col virus HIV – anche lui ha gli stessi diritti degli umani e cerca di comportarsi come loro, nel bene e nel male. Mondo positivo o mondo sierocapovolto, come chiamarlo dipende da chi ne viene a conoscenza.
    Per l’italiano non ci sono stati problemi perché si è prestata Bugliano. “bug” è un modo di chiamare l’HIV, “lì ano” non penso abbia bisogno di altre spiegazioni, non ci poteva essere località diversa da quella!
    Per l’inglese però il problema si pone perché non posso tradurre bugliano o lasciarlo così, i lettori internazionali non capirebbero.

    Il tuo post mi ha fatto riflettere sul discorso della storia e la cultura dei personaggi, il loro passato, i luoghi, ecc, pertanto sia in assonanza a “bugliano” sia in onore al primo personaggio che potrebbe aver portato lì il virus la prima volta, il posto potrebbe chiamarsi Bug Liam o Bug Ryan.
    Anzi addirittura Bug Ryan può essere quello col virus avversario, ecco, basta, no spoiler.
    I blog servono a questo, per condividere le conoscenze e aiutarsi uno con l’altro.
    Mi hai fatto ridere poi con la storia dell’Abruzzo post-nucleare, ecco, tra i miei personaggi c’è Nucleus – ibrido fra marziano e umano- che vive di radiazioni.
    E mi è venuta in mente una eventuale scena in cui lui viene costretto ad aiutare un umano a oltrepassare la zona radioattiva per vedere se fanno gli arrosticini buoni anche di là o se è tutto deserto.

    1. Il Sovrintendente

      Felice di esserti stato utile. Riguardo alla traduzione dei nomi in inglese, beh senza dettagli sulla storia non posso darti grandi consigli (senza contare che prima o poi vorrei fare un post proprio su questo…), ma eccoti comunque un paio di vie percorribili. La prima la hai già capita tu: la “bastardizzazione”. Prendi un nome con dei suoni regolari in una lingua, magari con un significato, e ti chiedi come lo pronuncerebbe un inglese (Bug Tyan invece di Bugliano, One Hundred invece di Juan Andrès e robe del genere). L’altra possibilità è lasciarlo in italiano e dare qualche battuta in più ai personaggi quando introduci questa città al lettore (Un personaggio dice al nuovo arrivato “It’s Bugliano, you know? It means that etc….” o cose simili).

      1. Quella dei personaggi che spiegano cosa vuol dire “bugliano” non è molto percorribile, fra le altre cose andando in giro per l’internet io e il collega abbiamo scoperto l’esistenza di una località fittizia chiamata “bugtown” deve essere qualcosa tirata fuori da starwars, e siccome pure Bugliano è un nome che abbiamo preso da qualcuno, non c’è niente di male se il mondo sierocapovolto si insedia lì! Importante è non mettersi in mezzo a nomi reali dove potrebbero esserci problemi. Oh, è una sfida, un’avventura, si può anche sbagliare ma in tal caso nulla è scritto sul fuoco. Sai meglio di me che su WordPress puoi modificare o aggiornare le storie anche in un secondo momento.

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