I bracconieri di mammut della Yakutia

Nelle foreste della Yakutia, in Siberia, ogni anno centinaia di uomini partono per un’intera estate di caccia: sono i bracconieri di mammut.

bracconieri di mammut: disegno
Bracconieri di mammut alla carica!

No, in questo post non voglio propinarvi che i mammut sono ancora vivi, in qualche regione sperduta della Siberia. I bracconieri vanno alla ricerca dei resti di mammut sepolti nel permafrost, per venderne le zanne. Quindi tecnicamente non sono proprio bracconieri, ma quello che fanno è comunque illegale e dannoso per l’ambiente. Ma anche interessante, con sfumature da pirati ubriaconi degne di un post in questo blog.

Ormai svariate persone hanno documentato il fenomeno (alcune agenzie viaggi organizzano anche vacanze apposite sulle loro tracce). Ma i dettagli più succosi provengono quasi tutti dai foto reportage di Amos Chapple, un fotografo e giornalista neozelandese – più informazioni su di lui a fine articolo.

Surriscaldamento globale + animalismo = soldi

Utilizzare zanne di mammut per costruire strumenti musicali e oggetti di lusso ma al contempo “etici” non è una novità. Ma negli ultimi anni, anche solo per aggirare le leggi sulla protezione degli animali a rischio di estinzione, ha preso molto più piede. Nel frattempo le temperature medie si sono alzate, e il permafrost Siberiano ha iniziato a rivelare i suoi tesori sepolti nel ghiaccio. Così, molti pescatori e marinai che navigano nei fiumi della Yakutia si accorgono che ci sono resti e zanne di mammut sulle rive.

Le operazioni di recuperano, secondo il reportage di Chapple, sarebbero iniziate qualche anno prima del 2016, all’arrivo di un anonimo agente in città che pagava le zanne in denaro. In una regione povera e senza occupazione come la Yakutia, molte persone hanno trovato l’offerta allettante e sono partite alla ricerca.

Per trovare le zanne, all’inizio, i cacciatori hanno utilizzato pali sottili e lunghi una decina di metri da piantare nel terreno semighiacciato. Ma ben presto hanno trovato un metodo più efficiente. Con delle pompe a motore collegate al fiume lanciano getti d’acqua ad alta pressione contro le rive di permafrost. Il getto scioglie il ghiaccio e scava buchi profondi decine di metri in cui cercare le zanne.

zanna di mammut gigante
Un bracconiere trasporta una zanna enorme. Foto di AMos Chapple

Le pompe sono dello stesso modello usato dai pompieri e vengono affittate a caro prezzo. I più ingegnosi riadattano i motori delle motoslitte, inutili durante l’estate. Ma in entrambi i casi consumano quintali e quintali di benzina e costano parecchio in manutenzione. Ma una zanna di mammut, intera, vale più di trentamila dollari e secondo molti l’investimento vale il rischio. Anche se, stando ai dati, il 70% dei bracconieri torna a mani vuote e pieno di debiti.

La vita dei bracconieri di mammut

I team di cacciatori di solito si spostano in barca (le strade, nella regione, sono praticamente assenti e furgoni e camion non sono un’opzione). Gli accampamenti dove passano l’estate sono tendoni rimediati, dotate di brande, stufetta e circa un miliardo di zanzare. Perché la Siberia, tra le sue varie qualità, ha anche quella di essere letteralmente infestata da zanzare e moscerini durante la brevissima estate. La maggior parte delle tute da lavoro, oltre ad essere impermeabili, ha una qualche retina di protezione per la faccia, per tenere lontani gli insetti.

Le operazioni di scavo di per sé non sono pericolose. Beh, c’è sempre il rischio di essere arrestati dalle guardie forestali. Ma per i bracconieri di mammut le pene sono moderate se il crimine non è stato ripetuto almeno tre volte. I pericoli maggiori sono durante le operazioni di estrazione delle zanne, all’interno di caverne scavate nel fango ghiacciato e non proprio sicure.

Bracconieri di mammut in una grotta
Due bracconieri scavano una grotta nel permafrost con un getto d’acqua

Quando non si nascondo dalla polizia o frugano nel fango, i bracconieri di mammut si ubriacano di birra e vodka. Chapple racconta di due uomini andati in città a comprare rifornimenti e di come, al loro ritorno, l’intero team si sia ubriacato per due giorni consecutivi, con tanto di incidenti in barca e risse.

Altre attività consistono nel vedere video comici o porno, che chi va in città scarica sul telefono: purtroppo nelle lande disperse della Siberia non c’è il wifi. O campo. I contatti con le famiglie a casa, infatti, avvengono via lettera per la gioia dei romantici. La mancanza di cartolerie, però, costringe le persone ad adattarsi, e molte missive vengono scritte su tovaglioli, carta igienica, e imballaggi vari.

Il mercato dell’oro bianco

Le zanne vengono vendute agli agenti in città e vengono portate perlopiù a sud. A quanto pare in Cina c’è un grande mercato di sculture in avorio e il prezzo di una zanna, una volta lavorata e decorata, può salire fino a un milione di dollari.

Bracconieri di mammut con due zanne

Un percorso simile viene fatto dai corni di rinoceronte peloso, una versione pelosa ed estinta dei nostri rinoceronti. I corni vengono venduti in Vietnam, dove vengono polverizzati e usati nella medicina tradizionale per curare il cancro.

Purtroppo l’estrazione delle zanne e gli scavi con getti a pressione hanno delle conseguenze pesanti sull’ambiente. Oltre ad erodere il terreno, portano sedimenti nei fiumi, distruggendone il fondo e alterandone il corso. I danni ambientali, secondo gli esperti, potrebbero diventare irreparabili se l’attività continuerà in modo così indiscriminato in futuro.

Altra “vittima” sono i paleontologi e gli studiosi in generale di antichi animali che si vedono sottrarre reperti e informazioni preziose.

Ma d’altra parte molti dei bracconieri non hanno praticamente scelta. Nella parole di un cacciatore di zanne intervistato da Amos Chapple “Lo so che è sbagliato, ma che devo fare? Ho tanti figli e non c’è lavoro.”

Oltre i bracconieri di mammut: Amos Chapple

Amos Chapple è un fotografo Neozelandese, autore di un clamoroso fotoreportage sui bracconieri. Se capite l’inglese è pieno di dettagli curiosi che qui non sono entrati, sennò potete semplicemente godervi le foto. Chapple ha fatto un sacco di servizi sulla Russia, mostre di foto russe antiche e parecchi reportage curiosi.

Durante la sua estate assieme ai bracconieri di mammut, oltre tutto, ha anche rischiato di essere malmenato da un cacciatore ubriaco (che per fortuna è caduto a terra per la troppa vodka).

Ma non si è limitato ai bracconieri di zanne. Uno dei suoi articoli più curiosi racconta di Viktor Prolubshikov, un russo autodichiaratosi erede di Rasputin. Sua nonna sarebbe stata la cameriera del monaco matto e, a detta del nipote, “Credo che abbiano peccato assieme”. Ovviamente Viktor, oltre ad avere un taglio di barba e capelli uguali a quelli di Rasputin, vanta anche gli stessi poteri magici. Il che tecnicamente è vero.

Il nipote di Rasputin
Viktor, in posa da santone

Altro tratto condiviso da Rasputin e il presunto nipote è l’amore per i superalcolici (tutti i Rasputin li amano!). Alla fine dell’’intervista, infatti, Viktor ha minacciato di maledire Chapple e di farlo morire male, per la colpa di non avergli comprato della vodka. A salvare la situazione interviene il traduttore che per fortuna ha della vodka e placa l’erede di Rasputin.

Insomma come avrete capito il blog di Amos Chapple è pieno di chicche e di belle foto: andate a dargli un’occhiata.

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