Pirati famosi (per ragioni assurde): una top 5

Quali sono i pirati famosi per le ragioni più demenziali e assurde della storia? Ecco una top 5.

Pirati famosi e creativi

Sciabole. Teschi con tibie incrociate. Bende, uncini e gambe di legno. Il tipo che canta coi bambini la sigla di Spongebob. In una parola: pirati! (quelli veri, non voi che non pagate winrar o guardate netflix con l’abbonamento di un amico).

I pirati esistono da quando il bis-bisnonno di Ulisse ha costruito la prima barca. Ma quando sentiamo la parola pirata non pensiamo ai predoni fenici (tolti i laureandi in storia greca, credo) o ai corsari arabi (di nuovo, tolti gli studenti di storia medievale… insomma, avete capito). Pensiamo ai pirati dei Caraibi tra ‘600 e ‘700.

E in effetti sono i personaggi su cui ho trovato più dettagli bizzarri e divertenti. Questo non vuol dire che non ci siano stati pirati famosi o importanti al di fuori di questo periodo storico (anzi, se cerchiamo pirati che abbiano avuto grande successo nella loro carriera, molti provengono da altre aree).

capitan uncino
Il pirata più famoso di tutti, addirittura, operava in un altro sistema solare

Ma questo è un articolo sui pirati famosi per ragioni demenziali o curiose. E caracollare su una gamba di legno mentre tracanni la terza bottiglia di rum è incredibilmente utile a generare storie del genere.

Ecco una top 5 degli atti di pirateria più folli e affascinanti della storia.

5. Benjamin Horningold, pirata e cacciatore di pirati

Benjamin Horningold è un famoso pirata di origini inglesi che ha dato il meglio di sé durante gli anni dieci del ‘700. Nel 1713 è a comando di una nave che terrorizza l’Honduras. Aiuta altri corsari famosi dell’epoca a istituire e proteggere la cosiddetta Repubblica dei Pirati nelle Bahamas. Inoltre lancia la carriera del giovane Edward Tatch, che passerà alla storia col nome di Barbanera.

pirati famosi Horningold
Horningold in una stampa dei suoi tempi, con il cappello ancora addosso

La sua vita prende una brusca svolta nel 1717 quando il suo equipaggio decide di ammutinarsi. In dieci anni di pirateria, infatti, Horningold non aveva mai attaccato nevi inglesi, spaventato dalle possibili ripercussioni e dalla marina militare britannica. Questo non va giù ai suoi uomini che, visto un mercantile inglese senza protezioni, si ribellano e lo attaccano lo stesso.

Viene nominato capitano per l’assalto Samuel Bellamy (che ha vinto il terzo posto in questa top 5). In seguito all’attacco Horningold diventerà sempre più sospettoso. Nel 1718 il Re annuncia che concerà la grazia a qualunque pirata si costituisca e decida di lavorare per la Corona. Horningold abbandona la sua ex ciurma e offre i suoi servizi al Re.

Diventerà un temuto cacciatore di pirati e morirà in un naufragio nel 1719.

Pirati famosi, rum e cappelli

Ma il suo posto in classifica non è per la sua bella vita avventurosa, ma per un episodio specifico. Nel 1717, all’apice della sua carriera criminale, festeggia con la sua ciurma un colpo andato a segno. I marinai si ubriacano sul ponte scoperto e, tra alcol, musica e balli, lanciano i cappelli per aria per festeggiare. Il mattino dopo si risvegliano sotto il sole cocente, con un mal di testa da dopo sbornia notevole. Il sole picchia forte e si accorgono di non avere più nessun cappello per proteggersi la testa: devono essere caduti in acqua la notte precedente.

horningold assassin's creed
Horningold, come rappresentato nel gioco Assassin’s Creed, senza più il cappello. Non ci ho mai giocato: c’è una quest sui cappelli? Un mod?

La soluzione? Attaccare un mercantile che passa lì vicino. La ciurma assale la nave e l’equipaggio civile si arrende subito. Horningold si fa consegnare tutti i cappelli a bordo e poi lascia andare la nave. Spiega ai marinai l’incidente durante le bevute del giorno prima e se ne va col suo equipaggio senza far male a nessuno o rubare altro che i cappelli.

Secondo alcuni storici l’aneddoto della bevuta sarebbe una balla e la storia dei cappelli sarebbe servita semplicemente a mostrare la propria forza alle navi che solcavano la zona.

4. I ladri del sistema metrico americano

Nel 1793 Thomas Jefferson è il segretario di stato dei neonati USA. Uno dei nuovi problemi amministrativi è fare le misure catastali dei vasti territori della nazione. Un lavoro reso più difficile dal fatto che le diverse città, fondate da potenze coloniali diverse, usano diversi sistemi di misura.

Il congresso cerca una soluzione al problema quando Jefferson scopre che in Europa, degli scienziati francesi hanno proposto un nuovo sistema di misura universale: il sistema metrico decimale. Scrive una lettera all’accademia francese e chiede di inviargli il campione di un chilo e di un metro da mostrare al Congresso.

La Francia manda Joseph Dombey, un celebre scienziato, con la missione di consegnare i campioni, in modo che anche America usi il sistema metrico decimale. Ma come sappiamo dai film di Hollywood, qualcosa è andato storto.

joseph dombey
Foto di una scultura e di un ritratto di Dombey

La nave di Dombey incontra una tempesta e deve cambiare rotta, passando per i Caraibi. Qui, una nave di corsari inglesi la assale. Il metro e il chilo vengono rubati assieme ai beni trasportati. Dombey si finge un marinaio, ma viene riconosciuto come nobile e rapito per chiedere un riscatto. Morirà pochi mesi dopo per una malattia, durante la prigionia.

I pirati, però, non sanno che farsi dei campioni (rubare cose di cui non si capisce il valore, non è una novità, su questo blog), e li rivendono assieme al resto del bottino. I campioni fanno perdere le proprie tracce per più di un secolo. Il metro sparisce e il chilo viene rivenduto, nel 1952, a un collezionista che lo dona al NIST, l’istituto americano pesi e misure. Ma ormai è troppo tardi per cambiare.

E così, una ciurma di pirati, ha rubato il sistema metrico americano, e noi possiamo goderci film dove corrono a cento miglia all’ora, o mangiano hamburger da tre libbre. Il sistema metrico decimale, oggi in America, è usato solo dai ricercatori universitari, dagli ingegneri della Nasa e dagli spacciatori di droga.

3. Bellamy, pirata per amore

Samuel “Black Sam” Bellamy è uno dei pirati più fighi del mondo. Intraprende a soli 26 anni una carriera criminale che durerà pochi mesi ma gli darà più successi che molti pirati famosi non hanno raggiunto in tutta la vita, con la cattura di 53 navi.

Ma il suo fascino non deriva tanto dal successo quanto dal personaggio. Elegante, ben educato, avido lettore di romanzi e trattati scientifici, era un ladro gentiluomo. Era anche un oppositore dello schiavismo, ed era famoso per liberare gli schiavi delle navi che catturava, invece di rivenderli.

pirati famosi samuel bellamy
Con una faccina del genere non poteva che essere un ladro gentiluomo

Il suo posto in classifica, però, non è legato a un’impresa assurda o leggendaria, ma all’avvenimento che gli fa prendere la svolta piratesca. Bellamy nasce nel 1689. I genitori muoiono quando è piccolo, e i parenti lo mandano su una nave a imparare il mestiere. A quattordici anni entra nella marina militare e nel 1715 arriva a Cape Cod, in America, dove si innamora di una ragazza del luogo, Goody Hallett (secondo alcuni autori Maria Hallett).

Il fatto è avvolto dalla leggenda, alimentata anche dal pirata stesso. In ogni caso pare che i genitori della ragazza si oppongano al rapporto. Bellamy è solo un marinaio scapestrato e senza soldi. E allora Bellamy, punto nell’orgoglio, promette alla sua amata che diventerà ricco e tornerà a prenderla.

Cerca di ripescare galeoni affondati per qualche mese senza molto successo, quando decide di darsi alla pirateria. Dopo una decina di navi catturate entra nell’entourage di Horningold (e gli soffia il posto, come scritto sopra).

Dopo aver ammassato abbastanza ricchezze decide di tornare in America per sposarsi con Hallett. Arrivato a Cape Cod, però, una tempesta gli distrugge la nave. Muore nel naufragio assieme alla sua ciurma.

2. Pirati famosi che amano le regole: Black Bart

Black Bart è il soprannome di parecchi criminali nel corso della storia. Il fatto di non avere limitazioni all’omonimia come nei giochi di ruolo online ci ha risparmiato pirati e rapinatori con nomi tipo Blek_Barrt96. Ma quello che occupa il secondo posto di questa top 5 è probabilmente il più celebre dei Black Bart, nonché il più famoso pirata dei “Caraibi”: Bartholomew Roberts.

pirati famosi black bart
Black Bart in una stampa dei suoi tempi. Notare l’abilità dei suoi navigatori che hanno sistemato le navi in posa per farle ritrarre al meglio

Caraibi è virgolettato perché Roberts ha saccheggiato navi anche in sud America e in Africa. Nasce in Galles e diventa marinaio da bambino. Eccelle come navigatore e, catturato dai pirati durante un assalto, decide di unirsi alla ciurma. Scala i vertici fino a diventare capitano e diventa un pirata da record, con oltre 450 navi catturate durante la sua carriera.

Inoltre è stato un innovatore. Durante le scorribande in Brasile si trova a capo di un’armata di navi sempre più grande, con una ciurma di centinaia e centinaia di persone. I pirati tendono ad essere delle personcine manesche e la gestione diventa sempre più difficile. Roberts trova una soluzione.

Scrive un codice dei pirati, una serie di regole che ogni membro della ciurma deve firmare. Inoltre istituisce una cassa comune per ripagare i singoli pirati che si ritrovano feriti o menomati durante le operazioni. Una vera e propria assicurazione.

Questa istituzione detterà moda, e molti altri capitani pirati famosi adotteranno dei sistemi simili nel corso del ‘700. Il sistema si rivela efficace e gli assalti di Roberts nelle coste brasiliane hanno sempre più successo.

Il codice dei pirati

Il codice di Roberts si ispira a regole orali che erano già applicate, ma è comunque notevole per le garanzie che offre all’equipaggio (sotto alcuni punti di vista, maggiori di quelle che marina mercantile o militare offrono ai propri sottoposti, ai tempi). Inoltre ci sono regole che tentano di risolvere i problemi “sociali” delle navi pirata.

black bart assassin's creed
Anche Roberts è un personaggio di Assassin’s Creed. Altra domanda per chi ci ha giocato: fornisce indennizzi assicurativi al giocatore quando si fa male?

Anche l‘istituzione dei codici verrà imitate da altre ciurme. Sono rimaste poche testimonianze di questi codici, perché i pirati tendevano a bruciarli quando venivano catturati, visto che erano usati come prove per farli impiccare. Il personale utile che veniva catturato nelle scorribande veniva spesso incoraggiato o costretto a firmare il codice.

Alcune persone si opponevano (averlo firmato era una prova nei processi). Altre chiedevano di essere minacciati un po’, così in caso di cattura, potevano provare a dire di essere stati costretti. In ogni caso sono sopravvissuti una manciata di codici.

Tutti hanno come regola principale il diritto di voto di ogni marinaio su ogni questione o decisione. Ci sono anche regole precise su come destituire o eliminare un Capitano in modo regolare, in caso sia incapace. Le regole poi vertono sulla spartizione del bottino (una parte e mezza per capitano e ufficiali, una parte a tutti gli altri).

Tutti hanno un divieto esplicito del gioco d’azzardo e regole che limitino il consumo di alcol. Ci sono svariate regole sulla manutenzione di nave e armi, e sulle punizioni per chi scappa o ruba. Il resto sono dettagli che variano di codice in codice: alcuni concedono riposo per pregare la domenica, altri danno privilegi ai musicisti, altri condannano a morte chi stupra o molesta le donne.

Inoltre, in tutti, è presente qualche versione del parlé, il diritto di chiedere udienza al capitano senza essere toccato. Ma se il motivo per cui si chiedeva il parlé era idiota o fasullo, la punizione non era piacevole.

1. Gli ammutinati dello Skylab

Il 25 novembre 1973, Gibson, Carr e Pogue, tre astronauti freschi di accademia, partono per lo Skylab, una stazione spaziale che orbita in caduta libera attorno alla Terra. Sì, questa entrata parla di pirati dello spazio.

Skylab
Lo Skylab. Un paio di bandiere pirata migliorerebbero indubbiamente l’immagine

La loro missione è la terza di una serie che vuole misurare le reazioni del corpo umano lasciato in microgravità per periodi prolungati e durerà due mesi. Un periodo di tempo mai sperimentato prima, dagli astronauti americani. E i tre eroi sono tutti dei novellini, alla prima esperienza nello spazio.

La scheda dei lavori di manutenzione, degli esperimenti e degli esercizi ginnici gli riempie la giornata. Lavorare in assenza di gravità rende alcune delle operazioni più semplici sulla Terra delle imprese impossibili. Ben presto si ritrovano indietro sulla tabella di marcia. La Nasa ordina di saltare il giorno di riposo settimanale per cercare di recuperare, ma più passa il tempo più restano indietro.

Le cose peggiorano quando scoprono che molte delle provviste fanno talmente schifo da far letteralmente vomitare. Inoltre l’equipaggio della precedente missione ha lasciato alcuni “scherzetti” per prendersi gioco di loro. Tra le varie cose, una serie di pupazzi (delle tute da astronauta riempite di robaccia), incastrate nei luoghi più stretti della stazione, accompagnate da biglietti ironici.

pupazzo astronauta
Gli scherzi da astronauta assomigliano un po’ agli scherzi da prete

Sciopero spaziale…

Gibson, Carr e Pogue sono sempre più indietro. Non si lavano da settimane, dormono circa quattro ore al giorno, e passano il tempo a vomitare in sacchetti di carta che gettano nello spazio. Mangiano mentre lavorano e hanno le pause contate per pisciare. Gibson, stravolto, chiede alla base di concedere all’equipaggio un giorno di riposo. Il permesso viene negato: sono troppo indietro.

Pirati Famosi Gibson Carr Pogue
Ginson, Carr e Pogue prima della partenza. Notare la mancanza di macchie di vomito sulle tute spaziali

Il 28 dicembre la base chiama la stazione per chiedere aggiornamenti sui lavori. Non risponde nessuno. La base continua a chiamare per quasi due ore, ma non risponde nessuno. Quando le comunicazioni riprendono gli astronauti chiedono di negoziare dei turni di lavoro più sostenibili. La base accetta.

Gibson, Carr e Pogue ottengono pause per i pasti e un paio d’ore di libertà a fine giornata, una “conquista” che durerebbe tutt’ora nelle routine di lavoro degli astronauti.

Ma il punto è che, non rispondendo alla radio e ignorando gli ordini dei “proprietari” della stazione spaziale, la hanno fondamentalmente occupata. E dato che lo spazio è terra di nessuno, come le acque internazionali, hanno occupato un vascello illegalmente, compiendo il primo e per ora unico atto di pirateria spaziale della storia.

Ma, come tutte le storie troppo belle, ci sono un paio di dettagli che potrebbero far riconsiderare l’accaduto.

… o incidente ingigantito dalla stampa?

La storia dello sciopero nello spazio, nel 1973, è stato riportata un po’ da tutti i quotidiani americani. Ma ben presto, alcuni esperti hanno proposto una storia alternativa. I sistemi di comunicazione dello Skylab, un po’ usurati, non sarebbero stati riparati con la giusta dovizia dagli astronauti stravolti. L’interruzione delle comunicazioni sarebbe stata un incidente.

Ma d’altra parte il direttore della missione e il responsabile delle comunicazione alla base, riportano che dopo l’incidente della radio, Gibson avrebbe ripreso le comunicazioni chiedendo esplicitamente di poter decidere sui propri momenti di riposo. Il che darebbe adito a un’interruzione deliberata delle comunicazioni.

Ma la Nasa e gli stessi Gibson, Carr e Pogue hanno negato qualunque tipo di sciopero in interviste successive. A detta di Gibson, si sarebbero sbagliati ad assegnare i turni per controllare la radio, lasciandola per sbaglio incustodita per un paio d’ore. “Non abbiamo mai scioperato,” ha dichiarato Gisbon, “Di cosa potevamo minacciarli, di andare a vivere sulla Luna?!”

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Senza degli occhialetti per respirare nello spazio, è difficile fare scioperi spaziali

GOmblotto!1!

La dichiarazione dei diretti interessati dovrebbe mettere un punto alla questione. Ma d’altra parte sia la Nasa che i tre astronauti avrebbero effettivamente degli interessi a “nascondere” il fatto, nel caso sia successo. La Nasa per evitare un brutto precedente, i tre astronauti per evitare accuse e conseguenze legali.

Ma d’altra-altra parte, i giornali (e il mio blog) hanno interesse a titolare la prima pagina con scioperi nello spazio. Quindi? È un argomento controverso, credo che dovremo aspettare mezzo secolo, quando Jeoffrey Musk (il figlio cattivo di Elon) lancerà un’impresa per estrarre metalli dagli asteroidi per il primo sciopero “ufficiale” nello spazio.

Al di là della causa del fatto, però, l’incidente ha migliorato le condizioni di lavoro degli astronauti anche in missioni successive. E la Nasa non ha più permesso a Gibson, Carr e Pogue di tornare nello spazio.

Pirati famosi: la realtà è meglio della fiction

Il mondo dei pirati è incredibile. Basterebbero da soli a riempire un intero blog. Erano barbari assassini con assicurazioni e previdenza sociale, una società semi-democratica, promozioni klingoniane e, secondo alcuni storici, una forma di matrimonio omosessuale, il “matelotage”. Gli orchi di Tolkien o i popoli del Trono di Spade non generano un’unghia del sense of wonder di ciurme esistite davvero.

Pirati famosi Painty
Il pirata che meritava il primo posto di questa top 5: quello che canta la sigla di Spongebob

Potrei riempire altri venti paragrafi con le curiosità sul loro stile di vita. La benda, ad esempio, che caratterizza l’immagine del pirata standard, ad esempio, veniva portata davvero. Ma non perché erano tutti guerci (cioè, alcuni sì) (forse anche molti). Ma per tenere un occhio abituato al buio e scoprirlo negli assalti sotto coperta, luoghi tipicamente bui.

Quindi aspettatevi nuovi articoli sui pirati e sulle loro bizzarrie, in futuro. Fino ad allora, condividete i miei post a tutta la vostra ciurma, ARR!

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