Come arrestare un criminale

Sei stanco dei criminali che ti rubano i soldi, spacciano sotto casa tua e ti molestano la figlia, ma non sei uno psicopatico funzionale e quindi non vuoi ucciderli? Non cercare oltre: con questo articolo ti spiegherò, passo passo, come arrestare i criminali su Windows, Mac e Android!

Come arrestare un criminale in Windows 10

Se vuoi capire come arrestare un criminale su Windows, sei arrivato nel sito giusto. Basterà seguire le semplici istruzioni che… AAH!!

Mi sono addormentato mentre scrivevo e ho avuto di nuovo l’incubo in cui mi guardo allo specchio e vedo Salvatore Arranzulla, poi lui mi fa un sorriso malefico e io scopro di essere il riflesso imprigionato nello specchio e lui mi ruba il corpo. Il mio esperto di web marketing dice di non pensarci e le pasticche che mi ha prescritto sono molto divertenti, ma ogni tanto l’incubo ritorna.

Nella fiction, molti eroi provano ad arrestare un criminale (ma le istruzioni sono più o meno le stesse se volete arrestare una persona onesta). È una soluzione non violenta, che sottolinea la moralità del protagonista (non uccide, usa soluzioni non letali) e la spregevolezza del cattivo (che si finge inerme e prova a colpire a tradimento, quando l’eroe abbassa la guardia).

Monopoly: vai in galera
Arrestare un criminale, a Monopoli, è facile. Perché ogni giocatore è colpevole

Come un sacco di altre azioni violente, nella fiction, viene tipicamente rappresentata in un modo “moderato”, rapido e pulito. Niente di grave: tutto nei film e nei racconti, o per non allontanare il pubblico o per non rallentare l’azione, va in qualche modo modificato. I colpi di pistola, in quasi tutti i film, uccidono sul colpo o fanno ferite superficiali (è raro, in un film d’azione, trovare un agente colpito che va in terapia intensiva e poi fa un anno di riabilitazione mentre si riempie di debiti per pagare i farmaci e i dottori).

Come dici? Sei un autore di fiction criminali e non sai come scrivere un arresto credibile? Sei nel posto giusto: leggi la mia guida passo passo…

Come arrestare un criminale in un romanzo

Se le soluzioni letali non vengono mostrate nella loro brutalità, quelle non letali, spesso, sono mostrate come alternative sicure e meno crudeli, senza far vedere l’incredibile gamma di danni permanenti che possono causare su un uomo.

Un classico è colpire in testa un cattivo per farlo svenire senza ucciderlo, dandogli un trauma che potrebbe renderlo cieco (o farlo morire più tardi, mentre è incosciente). I veleni stordenti nelle freccette dei ninja sono sicuri tanto quanto farsi un’anestesia da soli per strada senza avere preparazione medica. Legare la gente e lasciarla incustodita per ragioni non sessuali non garantisce che le persone restino ad attendere il nostro ritorno senza liberarsi. E così via.

Arrestare qualcuno e bloccarlo con delle manette prima di ingabbiarlo è decisamente più credibile delle soluzioni precedenti. Ma anche qui le cose non sono sempre facili come sembrano.

Disclaimer

Ma, prima di continuare, un paio di disclaimer:

1. Questa non è una guida su come arrestare davvero i criminali, ma su quello che, normalmente, dovrebbe succedere in queste situazioni, in modo che scrittori e sceneggiatori progettino scene più belle e divertenti. Se sei un poliziotto che tiene sotto tiro un criminale e cerca sullo smart-phone come arrestarlo, chiudi questo blog e chiama un collega più esperto (poi, arrestato il cattivone, fagli leggere i miei articoli più fighi!)

2. La violenza, un po’ come allevare dinosauri ogm per un parco tematico, è una di quelle cose dove il caos sembra avere una discreta importanza. Minimi cambiamenti possono produrre conseguenze imprevedibili e situazioni diverse richiedono approcci diversi, non sempre quelli che sembrano i più ovvi. Senza contare che io non sono un poliziotto. Quindi, in soldoni, se leggete notizie dove le autorità si comportano diversamente da quanto scritto qui, probabilmente lo hanno fatto per una ragione sensata, anche se dall’articolo non si capisse.

3. La fiction può essere fatta per mille ragioni diverse. Se volete scrivere una storia comica e assurda tipo Axe Cop, la lista di cose da fare per un arresto realistico può sembrare inutile. Ma in realtà, anche nella comicità e nei casi limite, conoscere le procedure corrette può essere un ottimo spunto per caricarle o distorcerle in modo ridicolo. Anche perché, se seguire le regole dà sempre lo stesso risultato, trasgredirle ne dà mille diversi. Un poliziotto violento trasgredirà le regole in modo diverso da uno corrotto e troppo sicuro di sé, o da uno pigro e credulone.

Axe cop
Axe Cop e Uni Baby

Come arrestare criminali… in un film

La scena l’abbiamo vista tutti.

Caio scappa a perdifiato tra i vicoli bui della città. Gira l’angolo e davanti a lui si para la sagoma del detective Tizio.
“Noi due dobbiamo fare una chiacchierata.” dice Tizio.
“Io… io non so niente!”
Tizio tira fuori la pistola e gliela punta contro. “Pensi che stia scherzando? La bomba, Caio. Dimmi dov’è la bomba!”
Caio tentenna. “Davvero! Io non lo…”
Tizio solleva la pistola e lo colpisce in faccia con la canna. “Sono già morte troppe persone, Caio, e non permetterò che ne muoiano altre. Dimmi dov’è la bomba, subito.”
Caio unisce le mani come se stesse pregando. “Ti prego, io non lo so, davvero.”
Tizio scarrella la pistola e appoggia la canna in mezzo agli occhi di Caio. “Dimmi dov’è o ti ammazzo!”
“Fermo! Fermo! Ti ho detto la verità, non lo so. Devi chiederlo a Sempronio. È lui che mette le bombe… Io le preparo e basta, non sono un assassino!”
Tizio fa una faccia schifata e sputa a terra. “Voltati!” Prende i polsi di Caio, glieli sbatte dietro alla schiena e lo ammanetta.

Poliziotto emoticon
Possibile illustrazione dell’agente Tizio

Ok, forse una scena così brutta non è più frequente come un tempo: anche i polizieschi più abietti hanno sollevato i loro standard negli ultimi anni. In ogni caso mi pare una buona sintesi con un assaggio di quasi ogni possibile errore nel creare una scena del genere. Vediamo cosa non va.(NOTA: questo è un passo inventato. Uno può inventarsi dei fatti precedenti che giustifichino un’azione del genere. Magari, in una storia fantasy, Tizio è un poliziotto telepatico e sa con certezza che Caio è disarmato, quindi non lo perquisisce, né gli ordina di tenere le mani in vista).

Premessa: la violenza è complicata

Metto le carte in tavola: non ho avuto grandi esperienze con la violenza in prima persona, però leggo molto (e con questo credo di avere tutta la credibilità necessaria). Inoltre ho chiacchierato con qualche poliziotto, carabiniere ed ex soldato. Una cosa su cui sembrano concordare tutti (anche i libri!) è che agire in modo intelligente ed efficace in situazioni violente non è facile.

Rory Miller come arrestare i criminali
Rory Miller è un ex soldato e poliziotto autore di diversi libri su autodifesa o violenza in generale. In questa foto mostra come eseguire una presa con strangolatura contro una tazza di caffè

Molto dell’addestramento dei professionisti citati sopra è proprio come non bloccarsi o dare di matto in situazioni pericolose (le risposte più comuni, tra noi comuni mortali meno avvezzi alla violenza). Tutti hanno racconti di campioni sportivi di pugilato o arti marziali che vengono massacrati di botte da un delinquente, magari piccoletto, ma decisamente più aggressivo.

Per questo, ogni vantaggio possibile è qualcosa da sfruttare, a maggior ragione quando il tuo lavoro sarebbe arrestare persone senza ucciderle o mutilarle nel processo. Mi sembra ovvio, ma meglio sottolinearlo: prendere un avversario alla sprovvista, o in pesante vantaggio numerico non sono vigliaccate, sono l’unica strategia intelligente per evitare sparatorie in stile far west.

Inoltre, in situazioni violente, ogni persona, non importa se addestrata o meno, avrà delle risposte fisiche automatiche, come picchi di adrenalina, visione a tunnel e altre. Queste risposte possono essere parzialmente controllate dall’addestramento, ma nel complesso sono il prodotto della nostra evoluzione e ci danno alcuni vantaggi come sentire meno il dolore. Purtroppo, in quanto prodotto dell’evoluzione, sono più adatte a sopravvivere all’attacco di un mammut che a ricaricare velocemente una pistola a tamburo durante una sparatoria.

Tutte queste chiacchiere per darvi un assaggio della situazione in cui può avvenire l’arresto e di come alcune cose che possono suonare strane siano in realtà plausibili. Un’ultimissima nota: un’altra cosa su cui concordano quasi tutti i professionisti con cui ho parlato (e tutti i libri) è che, quando è realisticamente possibile calmare un conflitto a parole o comunque senza usare la violenza, questa è la strada da seguire.

Arrestare un criminale: la guida passo passo

Finalmente la ciccia! Il nostro eroe ha una pistola, delle manette e un nemico davanti a sé, ma non vuole ucciderlo, vuole interrogarlo e farsi dire al volo dov’è la bomba (sugli interrogatori ci sarebbe molto da dire, ma facciamo finta che sia così semplice per stavolta!).

E probabilmente stiamo già correndo troppo. È necessario che il nostro eroe sappia (o almeno abbia delle idee in proposito) se il cattivo è armato. Quanto è pericoloso. Se ha dei rinforzi nei dintorni.

È chiaro che tolto il poliziotto telepatico, l’eroe non può avere una certezza assoluta in proposito. Ma se è un poliziotto, un detective privato, o un carabiniere del futuro in armatura robotica, dovrebbe avere la capacità di valutare la situazione e la persona in modo ragionevole. Non serve essere Sherlock Holmes per distinguere un tizio grande e grosso da una vecchietta e valutarne il pericolo potenziale in una rissa.

Sherlock Holmes come arrestare i criminali
Sherlock Holmes mentre cerca di usare la lente di ingrandimento come un cannocchiale

Un agente, poi, dovrebbe essere addestrato a controllare i posti dove si occultano più comunemente le armi, e a tenere d’occhio le mani del cattivo per reagire al volo nel caso estragga un’arma.

Ora il nostro eroe ha seguito il cattivo dopo che è uscito da un laboratorio. Sa che è uno scienziato, una persona poco avvezza alla violenza. Ma sa anche che collabora con la mafia, è diventato paranoico, e ha comprato una pistola. Potrebbe portarsela dietro.

Oppure sa che è un criminale violento, sospettato di aver compiuto diversi omicidi per conto di un boss locale. Probabilmente armato, e molto pericoloso anche da disarmato. Meglio farsi aiutare da qualcuno per bloccarlo, se non vogliamo che ci scappi il morto.

Preparazione

Questa è una situazione ideale. Ovviamente ci possono essere mille motivi per cui, in una storia, un criminale pericoloso debba essere fermato da un poliziotto da solo. Ma fategli chiamare gli aiuti via radio. Poi, magari, i rinforzi fanno tardi, la radio non prende, o il poliziotto chiamato è corrotto e lavora per il cattivo: quello che vi pare. Anche il solo tentativo gli darà più credibilità. Ricordate, poi, che se l’operazione va male o, peggio, qualcuno si fa male, il poliziotto potrebbe venire denunciato o licenziato per non aver chiamato i rinforzi.

Di nuovo: in una storia possono esserci molti motivi per cui il poliziotto non chiama i rinforzi (è un fanta-western senza radio, è sotto copertura, è appena fuggito dalla base dei cattivi e non ha né l’equipaggiamento né modo di tornare in centrale). Uno di questi, però, è la stupidità: se volete fare un personaggio figo, evitate di fargli fare cose troppo stupide.

L’ultima cosa che ci manca per completare la preparazione è l’equipaggiamento. Idealmente avere un’arma da fuoco, un manganello, delle manette e un giubbotto antiproiettile è la situazione ideale: meglio prevenire che curare.

Ma le storie d’azione non hanno situazioni ideali per l’eroe (sennò che eroe sarebbe?!), quindi se vogliamo far salire la tensione dobbiamo trovare una situazione credibile per cui l’eroe non sia equipaggiato. Magari, visto che ha fatto azioni idiote, senza chiamare i rinforzi, è stato sospeso, e non ha più l’equipaggiamento della polizia. Era sceso a prendersi un kebab quando ha notato il cattivo e ha deciso di agire lo stesso.

Pistola banana
L’eroe, disperato, si getta nella sparatoria con un’arma improvvisata

Di nuovo, se volete farlo sembrare professionale e credibile, spendete una frase per fargli considerare quantomeno che non è ideale agire in queste condizioni, ma la posta in gioco è troppo elevata ed è meglio rischiare che far fuggire il cattivone.

L’approccio

Finita la preparazione, il nostro eroe si avvicina al cattivo. Se rileggiamo la scena sbagliata, il nostro eroe fa una cosa quasi giusta. Prendere di sorpresa il cattivo è una buona idea. Farlo con l’arma già in mano sarebbe meglio. O, almeno, in questo caso: visto che l’eroe estrae la pistola poco dopo è chiaro che ha deciso di usarla come deterrente (non succede niente, mentre chiacchiera, che può fargli cambiare idea e rivalutare la pericolosità della situazione).

Più in generale, l’eroe dovrebbe decidere se usare armi da fuoco in base alle sue valutazioni precedenti e, in caso di cambiamenti, alla nuova situazione (se estrae la pistola in un ristorante per fermare un venditore abusivo di rose sembrerà uno psicopatico). La combinazione situazione-risposta può essere cambiata per dipingere velocemente un sacco di personalità diverse.

Come già detto, essere in una situazione di vantaggio è ideale, ma usare la pistola comporta dei rischi, e iniziare a chiacchierare in una situazione del genere non è ideale. Dire subito al cattivo di tenere le mani in alto o in vista è un’idea migliore. A questo punto, se lo scopo è arrestarlo, è meglio rimandare nuovamente le chiacchiere.

La situazione è diversa se anche il cattivo è armato. In questo caso o il protagonista lo prende di sorpresa e lo costringe a mollare l’arma (e viceversa), o probabilmente inizia una sparatoria.

L’arresto del criminale

Ammanettare una persona ostile è rischioso, potrebbe approfittare del momento per fare come i cattivi dei film e colpire l’eroe e liberarsi. Quindi va fatto, tanto per cambiare, da una posizione di vantaggio. Alle spalle della persona, dopo avergli ordinato di stare a gambe larghe e con le mani contro una parete, o di inginocchiarsi, o di stendersi pancia a terra.

Il poliziotto potrebbe bloccare il delinquente puntando le proprie ginocchia contro la sua schiena, magari bloccandogli i polsi, mentre lo ammanetta (ci sono tecniche diverse per farlo. Tenete conto che alcune hanno l’effetto collaterale di soffocare l’arrestato e far partire una rivolta globale).

Ci sono diverse tecniche per ammanettare le persone, alcune più rapide ma difficili, altre lente e sicure, altre sviluppate appositamente per ammanettare il criminale con corde, cinture e materiale improvvisato. E, a questo proposito, ci sono diversi tipi di manette. Oltre a quelle con le piumette usate a scopi sessuali (e la versione senza piume usata tipicamente dalla polizia), ci sono manette di plastica, e catene di vario tipo per bloccare meglio le braccia di un criminale.

manette con piume
Manette e mascherina d’ordinanza

Le leggi sulla possibilità di ammanettare il cattivone a qualcosa di solido (un tubo, la carrozzeria della macchina, cose del genere) variano di stato in stato (nel vostro, romanzo, se fantasy, potete addirittura inventarle voi). Di solito, tolti i carceri o le camere per gli interrogatori, non è molto legale, né sicuro, ammanettare qualcuno dentro veicoli o in luoghi potenzialmente pericolosi. Il criminale avrà una famiglia e, se muore bruciato vivo dentro un’auto dopo che è stata tamponata da un camion che trasportava napalm, i suoi parenti vorranno giustizia.

Un’ultima nota. Le manette, a differenza di corde e nastro adesivo, sono fatte apposta per bloccare una persona. Questo non vuol dire che, con abbastanza tempo, la persona non possa liberarsi. Ammanettare un cattivone e lasciarlo incustodito non è una buona idea. Tolta la possibilità di fuggire usando le gambe, non è impossibile con la giusta forza o agilità liberarsi dalle manette.

Ma questo, nella nostra scena, non è un problema. A questo punto, ammanettato e perquisito il cattivone (oggetti nelle tasche posteriori sono raggiungibili anche con le mani ammanettate dietro alla schiena), si può iniziare a chiacchierare.

Criminale arrestato
Questo modello di foto di repertorio può raggiungere la pistola che nasconde nella tasca posteriore e sparare alla cieca contro il fotografo anche se è ammanettato

Due(centoottantanove) parole sulle armi

Scrivere una storia d’azione con molte sparatorie e robe del genere richiede un minimo di conoscenza in materia. Come sempre, prima di riciclare idee prese da film e videogiochi, uno dovrebbe chiedersi se e a cosa servono sparatorie e scene d’azione alla storia, ma di questo ne parliamo per bene in un altro articolo.

In ogni caso, riguardo le armi da fuoco, bastano poche conoscenze per scrivere belle storie d’azione con sparatorie decenti. Una di queste è che una pistola semiautomatica senza colpo in canna non è pronta a sparare. Eppure è pieno di film dove il poliziotto tiene sotto tiro un cattivo e, stanco delle sue stronzate, mette un colpo in canna. Che diavolo stava facendo prima? A meno che l’eroe non stia bluffando (punta una pistola scarica al cattivo, ma il cattivo non lo sa) non è una grande idea minacciare qualcuno con un’arma che non è pronta a sparare. Alcune persone reagiscono male alle minacce.

Allo stesso modo malmenare con una pistola una persona che sembra disarmata ma non è ancora bloccata è contemporaneamente crudele e stupido. Senza contare il rischio di rompere la pistola.

Un ultimo consiglio personalissimo sulle armi. Riguardo calibri, quantità di polvere da sparo e dettagli del genere, se non conoscete bene la materia, non tirateli fuori se non è necessario. Un colpo di calibro 22 ben piazzato è letale come quello di una 9 millimetri. Pistola va benissimo in entrambi i casi, e non fa incazzare gli appassionati di armi scoppiati che leggeranno/guarderanno le vostre opere.

Pistole dildo
Delle pistole

Se poi avete poca dimestichezza con la violenza, spenderete meglio il vostro tempo di documentazione studiandovi resoconti, autobiografie e libri scritti da chi ha vissuto in prima persona esperienze simili a quelle che volete raccontare.

Arrestare un criminale senza la violenza

Fin qui abbiamo fatto esempi con terroristi, bombaroli e laboratori segreti: situazioni da film. Ma il poliziotto medio non vive sempre situazioni del genere. Una delle cose che è emersa parlando (i libri che ho letto sono americani e -chi l’avrebbe mai detto?!- sembra che lì usino le pistole più facilmente che da noi) è che la quasi totalità degli arresti non succede così.

Un criminale di professione, tipicamente, conosce i rischi legali (e di ritorsione) a cui va incontro se minaccia un poliziotto, o peggio ancora, lo ferisce o uccide. Se non è idiota, strafatto o disperato è più probabile che tenti la fuga, piuttosto che fare la guerra contro la polizia. Chi sa di non poter scappare (perché è impossibilitato fisicamente, o non ha un posto dove fuggire), di solito, non oppone resistenza. Deporrebbe male in tribunale: il prossimo campo di battaglia.

Una situazione diversa si può incontrare con pazzi violenti e rissosi. In questo caso il cattivo non è un genio del crimine (magari è un balordo di infimo livello, tipo un ultras, o un ubriacone aggressivo, o un bulletto), ma potrebbe comunque reagire in modo violento, proprio perché non capisce a pieno le conseguenze a cui andrà incontro.

Arrestare un criminale in una scena d’azione: perché?

Come ho detto, ci sarà un articolo apposito, ma è impossibile parlare di scene d’azione senza accennare ad almeno quali obiettivi ci permettono di realizzare in una storia. E sono gli stessi obiettivi di qualunque scena: sviluppare la storia, i personaggi e il tema. A meno che non stai creando un video gioco e il gameplay di combattimento è molto molto figo, dovresti cercare di realizzare almeno uno di questi obiettivi (ma meglio tutti e tre). Vediamoli un po’ più nel dettaglio per l’arresto.

Sviluppare la storia. Il più facile. L’eroe arresta il cattivo e scopre l’informazione che lo porta alla prossima scena. La locazione del laboratorio, dove l’eroe scopre che i cattivi stanno facendo molte più bombe del previsto. O magari un’informazione che gli fa scoprire che uno dei suoi colleghi è corrotto e tutte le scene precedenti dove sembrava un amico ora acquisteranno un nuovo sapore nella memoria del pubblico.

Caratterizzare personaggi e ambientazione. Abbiamo già visto che possiamo dire molte cose sull’eroe mentre arresta un cattivo. La stessa cosa vale per l’arrestato: le sue reazioni possono dipingerci un codardo, un pazzo violento, un manipolatore, e un sacco di altri caratteri. E lo stesso vale per l’ambientazione. Spostiamo l’arresto, con tanto di pistole puntate, all’interno di un bar. Come reagiscono i clienti? Uno sviene mentre gli altri fuggono terrorizzati? O dopo un secondo tornano alle loro faccende come se fossero abituati a scene del genere?

Sviluppare il tema della storia. Il tema è un po’ la morale di una storia. Un eroe troppo sicuro di sé che pensa di farcela sempre da solo e rifiuta l’aiuto degli altri potrebbe mettersi nei guai facilmente durante un arresto. Bisogna stare attenti a non farlo stupido (chiama i rinforzi, ma sono lontani e gli hanno ordinato di aspettare. Ma lui si è convinto che se aspetta il tizio fuggirà).

Arrestare un criminale in una scena d’azione è più facile che nella realtà

L’articolo di oggi sembra quasi una lista della spesa sulle cose da scrivere in una sceneggiatura per fare un arresto credibile. Ma non è così. Come diceva Coso, se conosci bene la materia puoi scegliere l’unico dettaglio giusto che implica tutti gli altri. In pratica basta non far compiere all’eroe azioni che contraddicono apertamente quello che dovrebbe fare (o se deve mettersi nei guai per ragioni di trama, fargliele compiere!) e scegliere il dettaglio giusto da mostrare. Anche quando è necessario che l’eroe agisca senza rispettare le regole, abbiamo visto che può sempre compiere qualche gesto che ci comunichi la sua consapevolezza e non ce lo faccia sembrare un idiota.

Caio scappa a perdifiato tra i vicoli bui della città. Gira l’angolo e davanti a lui si para la sagoma del detective Tizio, con la pistola stretta tra le mani puntata contro di lui.
“Mani in alto!”
Caio tremola e fa no col dito. “Io non ho fatto nulla. Non so niente di…”
Tizio solleva la pistola verso il volto di Caio. “Metti le mani in alto!”
Caio alza le mani. “Non so niente di Sempronio o di quello che fanno i suoi uomini. Io sono solo un ricercatore… uno scienziato.”
Tizio si avvicina. “Zitto e voltati. Metti le mani contro il muro.”
Gli dà un’occhiata alle tasche posteriori. Sembrano vuote.“Sei armato, professore? Se hai armi addosso e non me lo dici, poi passi dei guai, lo sai?”
“Come? No, io non ho niente: sono uno scienziato.”
Tizio gli prende i prende i polsi glieli sbatte dietro la schiena e li ammanetta. Gli torce l’avambraccio finché il professore bombarolo non emette un gemito di dolore. Dovrei spaccarglielo, pensa, vigliacco e assassino.
Gli molla le braccia.“Allora, professore. Io e te adesso ci facciamo una bella chiacchierata.”
“Voglio… cioè, non posso parlare col mio avvocato, prima?”
Tizio si guarda attorno nel vicolo deserto. “Ehi, avvocato!” Allarga le braccia. “Mi sa che non c’è. Ci siamo solo tu e io. E se vuoi riuscire a parlare col tuo avvocato, farai meglio a rispondere a qualche domanda. Dov’è la bomba?”

Poliziotto arresta criminale
Altra fan art su Tizio e Caio

Dobbiamo decisamente lavorare un po’ sull’interrogatorio. Ma questo è per un altro articolo.

Lascia un commento