I furti del sangue di Giovanni Paolo II

Il sangue di Giovanni Paolo II è stato trafugato un numero imbarazzante di volte. Chi è stato, e perché?

L’attentato al Papa e la nascita delle reliquie

Per rubare delle reliquie, prima di tutto ci vogliono delle reliquie. Da dove vengono le ampolle col sangue di Giovanni Paolo II? No, il suo corpo non è stato prosciugato alla morte (almeno, non ho trovato notizie in proposito). Il sangue è stato raccolto molto tempo prima della morte del Papa, quasi quaranta anni fa.

Il 13 maggio 1981 Giovanni Paolo II si sta recando a Piazza San Pietro, per un’udienza generale. Entrato in piazza riceve il consueto bagno di folla: benedice i fedeli, abbraccia bambini. Avanza nella sua papamobile scoperta quando esplodono quattro spari e il papa si accascia in un lago di sangue.

L’attentatore, Ali Agca, fugge tra la folla, ma la polizia lo cattura. Giovanni Paolo II ha ricevuto due pallottole nell’addome, che gli hanno perforato l’intestino. Perde i sensi e viene trasportato d’urgenza in ospedale dove, dopo un’operazione di quasi sei ore, riesce a sopravvivere.

Giovanni Paolo II in ospedale dopo l'attentato
Giovanni Paolo II ricoverato in ospedale dopo l’attentato

Il sangue del papa che macchia la papamobile e i vestiti del Papa viene conservato. Il Papa, ovviamente, non è ancora Santo, ma in futuro, chi lo sa?

Ali Agca, dopo essere stato arrestato viene identificato come un killer turco che fa parte di un gruppo di terroristi fascisti. Inoltre pare che sia un malato di mente. Le sue versioni dei fatti sono incoerenti, e chiama in causa terroristi, cardinali del Vaticano, e l’ayatollah Komeini.

Riceve il perdono dal papa, ma resta nelle prigioni italiane fino al 2000, quando lo perdona anche il Presidente della Repubblica. A questo punto lo mandano in Turchia, dove sconta ulteriori 10 anni per un altro omicidio. Esce di galera nel 2010. nel 2014 è andato a trovare la tomba di Giovanni Paolo II e ci ha depositato dei fiori. No: non è lui il ladro.

Il colpo al treno

Dopo la morte del Papa, nel 2005, sarebbero rimaste solo tre reliquie con il suo sangue. Gli oggetti sacri sono stati distribuiti in varie chiese in Italia e in Europa per essere venerati dai fedeli. E qui cominciano i furti.

Nell’agosto del 2012, un parroco prende un treno dalla stazione di Roma. Nello zaino trasporta un reliquiario argentato a forma di libro. Incastonata nella scultura, c’è un’ampolla col sangue di Giovanni Paolo II.

Reliquiario col sangue di Giovanni Paolo II
Il reliquiario col sangue di Giovanni Paolo II

La sua metà è Allumiere, un comune vicino alla capitale. Qui, nella chiesa di Santa Maria Assunta, sta per svolgersi una celebrazione in cui verranno ostentate le reliquie del Papa defunto.

Ma durante una fermata, il parroco viene distratto da un passante sulla banchina della stazione che gli chiede informazioni sul treno. Dopo aver riposto, si gira e lo zaino è sparito. Due sconosciuti si allontanano, ma il parroco non riesce a stargli dietro. Raggiunge la polizia ferroviaria e spiega l’accaduto.

Gli agenti si muovono, ma i ladri ormai hanno tagliato la corda. Dopo qualche ora di ricerche, i poliziotti ritrovano il reliquiario abbandonato in un canneto. Lo zaino del parroco conteneva medagliette d’oro e vari oggetti sacri in metalli preziosi. Il reliquiario, invece, era in semplice bronzo dorato (una “copia pellegrina”) ed è stato abbandonato perché considerato di scarso valore.

Inizialmente gli agenti sospettano che i ladri lo abbiano abbandonato per recuperarlo più tardi. E in effetti, il reliquiario, è più grande e ingombrante delle medagliette. Ma dopo un appostamento durato giorni non scoprono nessun sospetto attorno al luogo dell’abbandono.

Il sangue di GIovanni Paolo II e i satanisti

Arriviamo, finalmente, a quello che è stato il furto di fluidi papali più interessante: il colpo di San Pietro della Ienca del 2014. Questo colpo è anche il primo ad essere descritto dai media come di matrice satanista. Una congettura che alcuni esperti e quotidiani proveranno a portare avanti, nonostante la totale mancanza di prove.

La pista satanica

Ma andiamo con ordine. San Pietro della Ienca è un santuario in Abruzzo, vicino, al Gran Sasso. A quanto pare era una delle zone preferite di Giovanni Paolo II per sciare. Nel 2013 vengono portate le reliquie del papa, in attesa della canonizzazione, per essere adorate dai fedeli. Pasquale Corriere, un fedele che ha curato il restauro della chiesa segue il processo. Qualche mese dopo, un mattino del gennaio 2014, vede che la porta del santuario è stata forzata.

Dalla chiesa sono spariti un grosso crocefisso d’oro e uno scrigno metallico che custodiva un pezzo di stoffa intriso col sangue di Giovanni Paolo II. Corriere chiama i carabinieri e partono le ricerche. Oltre cinquanta agenti rastrellano le montagne abruzzesi, coadiuvati da elicotteri e cani addestrati.

Panunzio, dell’Osservatorio Antiplagio, interviene e fa notare che il furto non “deve far escludere la pista satanica”. Riporto, parola per parola, le spiegazioni date dai membri dell’osservatorio ai giornalisti de La Repubblica. NON STO MODIFICANDO NULLA.

“Il giorno del furto, infatti, coincide nel calendario satanico con l’inizio del dominio del demone Volac, evocato dal 25 al 29 gennaio, periodo nel quale rientrano anche il ricordo sacrilego e il risvolto satanico dell’olocausto nazista nella ‘Giornata della Memoria’, per preparare il capodanno di Satana che si celebra il primo febbraio.”

Non so come abbiano reagito gli ufficiali dei Carabinieri a questa dichiarazione. Ma prima di chiamare all’appello Buffy l’Ammazzavampiri, c’è una svolta…

Buffy e un vampiro
Buffy, l’ammazzavampiri. Ho postato la foto perché la mano del vampiro sembra che sia di Buffy mentre lo manda affanculo e va a farsi i fatti suoi…

La pista dei drogati

La notizia del furto ha fatto scalpore. Televisione e giornali non parlano d’altro. Dopo qualche indagine i Carabinieri interrogano, tra gli alri, tre ladruncoli ex tossici che orbitano attorno al Sert. Sono loro i colpevoli e non avevano idea di cosa avessero rubato. Sarebbero tutti e tre credenti e si sentono un po’ in colpa per il casino che è venuto fuori. Quindi fanno la scelta giusta e alla fine confessano il misfatto.

Restituiscono il crocefisso d’oro e segnalano dove hanno nascosto lo scrigno, sepolto vicino a un ospedale. Gli agenti recuperano il contenitore ma quando lo aprono è vuoto. Interrogano i tre ladri sul pezzo di stoffa intriso di sangue. Uno risponde che pensando fosse uno straccio lurido, lo ha buttato via.

Le ricerche riprendono con ancora più foga. Nel giorno successivo vengono raccolti e catalogati tutti i pezzettini di stoffa trovati per i boschi attorno alla chiesa. Lo scopo sarebbe analizzarli per determinare quale sarebbe la reliquia e quali, invece, spazzatura.

Per fortuna il lavoro si semplifica, quando un agente ha l’idea di controllare l’immondizia nelle abitazioni dei tre ladri. La polizia ritrova la stoffa col sangue benedetto nel parcheggio della casa del più giovane.

Cassonetto con sangue di Giovanni Paolo II
Ricostruzione artistica, tramite elaborazione fotografica, della scena del crimine

I carabinieri, però, coadiuvati dalla polizia scientifica, hanno continuato a lavorare per altro tempo. L’obiettivo: ritrovare fili dorati e scampoli di stoffa che si sarebbero staccati dalla reliquia per ricomporla al meglio. Uno dei tre ladri ha commentato: “Non pensavamo di combinare una cosa così. Chiederemo scusa al parroco.” Il sacerdote li ha perdonati e non ha sporto denuncia.

Cosa abbiano fatto i satanisti abruzzesi per celebrare il capodanno di satana, invece, è ancora un mistero.

Il furto tedesco

Dopo il colpo di San Pietro ci sono stati altri tre furti ai danni delle reliquie papali. Ma le storie sono un po’ meno interessanti. Anche perché i colpi sono andati a segno e quindi non conosciamo i dettagli più succosi. In ogni caso, non mancano risvolti divertenti: cominciamo.

Il terzo colpo di porta in Germania, a Colonia. Qui, i cittadini per commemorare la visita del Papa in città, erigono nel Duomo una statua del pontefice. In seguito, è stata scavata una nicchia circolare nel piedistallo, dove è stata saldata un’ampolla con dentro un altro pezzo di stoffa intriso di sangue.

Duomo di Colonia
Il Duomo di Colonia

Una domenica mattina, nel 2014, un turista nota che l’ampolla è rotta e manca la reliquia. Va dal sacerdote a chiedere dove sia il sangue del papa per rendere omaggio. In breve diventa chiaro che c’è stato un furto.

La polizia tedesca non scoprirà i colpevoli ma nessun giornale parlerà di satanisti. Gerd Bachner, il sacerdote, fa un appello televisivo ai ladri per convincerli a restituire il maltolto. Il valore materiale della reliquia è nulla, ma quello spirituale sarebbe altissimo. Nessuno risponde alla chiamata, e la reliquia sparisce senza lasciare tracce, forse in buttata in un cassonetto, forse usata come lubrificante intimo in un’orgia satanista.

L’appuntamento per gli adoratori del diavolo

Torniamo in Italia per il quarto furto, nell‘eremo di Montecastello di Tignale, un santuario nella provincia di Brescia. L’eremo è meta di fedeli e turisti, vista anche la posizione panoramica, a strapiombo sul Lago di Garda. Qui sono conservate diverse reliquie, tra cui un’ampolla col sangue di Giovanni Paolo II. Stavolta il fluido sacro non proviene dall’attentato del 1981, ma da un prelievo del 2005.

Nel 2017, un ladro si mescola alla folla di visitatori e, secondo i Carabinieri, si nasconde dietro all’altare. Qui aspetta la chiusura dell’eremo e, scesa la notte, apre la porta ai suoi complici. I ladri portano via candelabri e crocefissi in metalli preziosi e due scrigni: uno con le ossa di Jerzy Popieluszko, un beato polacco. L’altro con l’ampolla col sangue del Papa.

I carabinieri hanno speso due anni ad indagare sull’accaduto. La mancanza di segni di effrazione o di rovistamento all’interno del santuario, li fa sospettare che i ladri siano del luogo. Forse aiutati da qualcuno che lavora dentro la chiesa e ne conosce bene i nascondigli. Ma alla fine non trovano il colpevole e, nel marzo 2019, archiviano il caso.

Anche stavolta, non sono mancati quotidiani che hanno paventato la pista satanica (mai corroborata dai Carabinieri, a quanto ho letto). In questo caso, la prova della matrice demoniaca, sarebbe il fatto che il furto è avvenuto in ottobre. Ottobre è il mese di Halloween, “un classico appuntamento per gli adoratori del diavolo”, secondo Serena Sartini de Il Giornale.

Ciccione vestito da diavolo
Un adoratore del diavolo durante un classico appuntamento per persone come lui

Un’altra prova sarebbe data dal fatto che le reliquie, registrate, non sarebbero rivendibili. Il che tradisce una notevole fiducia nella moralità di collezionisti e taglieggiatori. Inoltre la teoria traballa un po’ se pensiamo al fatto che sono spariti parecchi gioielli e oggetti liturgici preziosi, assieme alle reliquie.

L’ultimo furto del sangue di Giovanni Paolo II (per ora)

L’ultimo colpo si è consumato pochi mesi fa, anche questo in Italia (un popolo di santi, poeti, navigatori e ladri di sangue di Giovanni Paolo II, a quanto pare). Nel 2014 viene portata nella chiesa parrocchiale di Ceneselli, in provincia di Rovigo, una reliquia del santo padre per benedire una statua.

Sangue di Giovanni Paolo II a Manila
Un pezzetto di Giovanni Paolo II davanti a una propria fotografia

Lo scorso aprile, però, poco prima di Pasqua, la reliquia scompare. Di nuovo, ad accorgersi del fatto, un fedele che voleva adorare la reliquia e ha notato che non c’era. In questo caso non sarebbe scomparso nient’altro dalla chiesa, facendo il crescere il sospetto di un furto su commissione per un collezionista.

Il sindaco di Ceneselli ha fatto un appello pubblico ai ladri. Li ha intimati a rimediare con una buona azione al loro furto, visto l’avvicinarsi della Pasqua. L’appello non ha dato risultati: a quanto pare chi è disposto a rubare le spoglie del Papa non dà grande peso alle celebrazioni religiose.

Le indagini dei Carabinieri stanno continuando tutt’oggi, ma per ora nessuna traccia del responsabile.

Vendesi reliquie, usato garantito

All’inizio dell’articolo ho scritto che ci sarebbero solo tre reliquie col sangue di Giovanni Paolo II. Lo stesso Pasquale Corriere sottolineava come quella di San Pietro della Ienca fosse “una delle tre sole reliquie di Papa Wojtyla”. Abbiamo cinque furti. Non serve una laurea in matematica per vedere che i conti non tornano.

A quanto pare esiste un sistema per classificare le reliquie in base al livello (oggetti toccati da un santo, oggetti del santo, parti del corpo/fluidi del santo). Ma possiamo eliminare una distinzione del genere, perché tutte e cinque le reliquie sarebbero di primo livello.

Forse i siti e gli esperti che parlano di tre reliquie si riferiscono a quelle ricavate dall’attentato del 1981. Riguardo le reliquie di Brescia non ho trovato nulla sulla provenienza. Se quelle del treno, del santuario di San Pietro e di Colonia provengono tutte e tre dall’attentato, il mistero sarebbe risolto…

Ma non è così semplice. Basta cercare online per vedere che c’è più di una chiesa, in giro per il mondo, dove si possono adorare le reliquie di Giovanni Paolo II. Il problema si fa più complesso se teniamo conto che le reliquie vengono spesso spostate, e portate in “tournee”. E questo escludendo le reliquie in vendita su ebay e siti simili, spesso con certificati di autenticità.

venditore di reliquie
Foto originale colorata a computer di un venditore di reliquie medievale. Il business esiste da secoli e secoli

Non sono esperto, ma immagino poi, che un grosso pezzo di stoffa macchiato col sangue del Papa possa essere tagliato in tante reliquie più piccole. In ogni caso senza un archivio online è difficile capire quante ce ne siano in giro davvero.

Una menzione particolare, poi, la meritano le reliquie e gli oggetti sacri utilizzati per occultare droga o altre cose illegali e portarle oltre i controlli doganali. Per i più curiosi, ne parlo in questo articolo.

Rubare il sangue di Giovanni Paolo II: una statistica semiseria

Per finire, possiamo fare due statistiche idiote per far arrabbiare chi ha studiato matematica. Di fronte a cinque tentativi di furto del sangue del Papa, abbiamo tre colpi che si concludono bene per i ladri. Rubare il sangue del papa di Giovanni Paolo II avrebbe quindi una possibilità di successo del 60%.

Statistica
Il problema delle statistiche più serie è che farle è impegnativo

Ma questo non tiene conto del fatto che anche il furto al treno si è concluso bene per i ladri. L’unico errore che hanno fatto è stato non capire il valore della refurtiva: in ogni caso l’hanno fatta franca. Questo fa salire le possibilità di successo all’80%, a condizione che non buttiate via la refurtiva.

Ma, se ci pensiamo bene, anche i tre ladri abruzzesi hanno confessato perché si sentivano in colpa. Non è da escludere, visti i sospetti e il dispiego di forze, che sarebbero stati beccati comunque. Ma alla fine non li hanno denunciati. Il che porta la chance di successo al…

Ok, probabilmente la statistica non funziona così. Ma sembra comunque che rubare il sangue del Papa sia un crimine più semplice e meno pericoloso che rapinare una tabaccheria. Ricordatevelo, nel caso vogliate darvi a una carriera criminale.

Lascia un commento