La grande fuga di Eamon De Valera, il presidente irlandese

L’Irlanda, poco più di 100 anni fa, era sotto il dominio inglese. Per raggiungere l’indipendenza, ha dovuto percorrere una strada sanguinosa, fatta di guerre, attentati, cospirazioni e il sacrificio di innumerevoli vite. E torte.

Tre torte alla frutta, per la precisione, senza glassa. Una scelta rischiosa, quest’ultima, ma per capire il motivo partiamo dall’inizio.

Chi è Eamon De Valera

Edward George De Valera nasce a New York nel 1882, da madre irlandese e padre cubano. La famiglia si sposta ben presto in Irlanda, luogo che affascina il giovane Edward.

eamon de valera
Il piccolo Eamon De Valera da grande

Crescendo, Edward prenderà sempre più a cuore la causa irlandese, fino a diventare uno dei capi rivoluzionari (e cambiare il suo nome inglese, nel più irlandese Eamon). Grazie alla sua intransigenza, l’Irlanda rifiuterà molti contentini offerti dal Regno Unito e continuerà a lottare fino all’indipendenza vera propria. E attraverserà una sanguinosa guerra civile. Insomma, ancora oggi Eamon De Valera e il suo operato politico continuano ad suscitare discussioni e giudizi radicalmente contrastanti… ma grazie al cielo questo blog non parla di politica, ma di storia del crimine. E in questo caso di rocambolesche fughe di prigione.

L’arresto di Eamon De Valera

L’anno è il 1918. De Valera è a capo del Sinn Fein, un partito politico rivoluzionario che vuole l’indipendenza dell’Irlanda. E, dopo anni di angherie subite dai dominatori inglesi, il partito ottiene una piena maggioranza nell’isola.

I suoi leader decidono di creare un parlamento irlandese e cercare di farsi riconoscere dalle altre nazioni. De Valera dovrebbe partecipare alla riunione e pianificare la strategia, ma questa novità non piace agli inglesi che lo arrestano.

Non è la prima volta che Eamon De Valera finisce in prigione. Era già stato arrestato nel 1916, durante la rivolta di Pasqua, un’insurrezione contro gli inglesi finita non molto bene. Eamon, assieme a tutti i suoi compagni arrestati, era stato condannato a morte. Ma la sentenza, data la sua cittadinanza americana, alla fine era stata annullata per evitare incidenti diplomatici.

Quello che lo spaventa non è la prigione. Ma non poter partecipare alla seduta del parlamento e lavorare per l’indipendenza irlandese. E forse anche lasciare che i suoi compari più morbidi cerchino compromessi con gli inglesi. Per questo deve uscire il prima possibile.

Il Lincoln Gaol

Eamon viene rinchiuso nel Lincoln Gaol, un carcere-castello vittoriano da cui nessuno è riuscito a fuggire da quando è stato costruito, 46 anni prima. Ma Eamon non si scoraggia e, assieme ai suoi compari arrestati, inizia a studiare l’edificio. Nota che nel cortile c’è una porta di servizio che dà sull’esterno, lontana dai percorsi delle guardie. Il posto perfetto per fuggire, ma purtroppo è chiusa a chiave.

carcere eamon de valera
Il Lincoln Gaol oggi

Eamon, nel frattempo, essendo cattolico, lavora come chierico nella cappella della prigione. Sa che il prete ha un mazzo di chiavi e, mentre è distratto, prende la chiave del cortile e la imprime sul della cera che ha accumulato dalle candele della chiesa.

La prima torta

Ora Eamon e i suoi compari hanno un calco della chiave ma, dato che non hanno una forgia, devono trovare un modo per comunicarlo all’esterno senza destare i sospetti delle guardie, che controllano sempre la posta.

Uno dei suoi amici, Sean Milroy, è un disegnatore dilettante. Visto che si avvicina il natale, Eamon gli commissiona una cartolina umoristica di auguri, con il povero Milroy, ubriaco, che non riesce a infilare una chiave gigantesca nella toppa di casa sua. Chiave che viene disegnata sul modello di quella del cortile.

cartolina
La cartolina

Inviano la cartolina a dei loro complici a Dublino che capiscono il piano e preparano la chiave. Per portarla dentro la infilano in una torta alla frutta, preparata dalla moglie di uno dei rivoluzionari. Le guardie la controllano infilzandola con un coltello, ma la chiave è piccola e passa inosservata.

A dire il vero è talmente piccola che non funziona e Eamon non riesce a fuggire.

La seconda torta

Eamon si rende conto che la cera, ammorbidita per realizzare il calco, raffreddandosi deve essersi ristretta. Quindi scrive una lettera ai suoi compari per ringraziarli della torta. “Se dovessi esaminare la gioia che mi avete dato, direi solo che è troppo piccola”.

Il suo amico allega una nuova illustrazione ingrandita della chiave, questa volta nascosta in un’intricata decorazione a bordo della cartolina.

I suoi compari fabbricano una nuova chiave, la infilano in un’altra torta e la mandano a De Valera con tanti auguri. Ma neanche questa chiave riesce a far scattare la serratura.

La terza torta

A questo punto Eamon opta per una soluzione più radicale: fabbricarsi la chiave da solo. I suoi compari preparano una terza torta con una chiave vergine e un set di lime per darle la forma necessaria. Questa volta preparano una torta oblunga, per nascondere meglio la mole di attrezzi.

Miracolosamente anche questa torta supera i controlli e viene consegnata a un amico di Eamon, Peter DeLoughry. Peter, durante la reclusione, ha aperto una delle serrature della prigione con un cacciavite e ha studiato come funzionano le meccaniche. Con queste conoscenze riesce a limare la chiave fino a creare un passpartout.

Ora possono aprire tutte le porte del carcere, non solo quella del cortile. Tramite messaggi in codice si accordano con i propri complici fuori dal carcere per farsi venire a prendere una volta evasi.

La fuga di Eamon De Valera

La notte del 3 febbraio 1919 Eamon De Valera, assieme a Milroy e un altro compare, escono dalle proprie celle con passpartout e se le richiudono alle spalle, lasciando stracci e robaccia sotto le coperte. Per non farsi sentire dalle guardie mentre camminano, rivestono gli stivali con delle calze cucite a delle maniche che hanno tagliato da delle divise.

calza eamon de valera
Il silenziatore per stivali

Raggiungono il cortile. Dall’altra parte li aspetta Micheal Collins, altro leader della ribellione irlandese. Il futuro De Valera dirà che questa era stata la parte peggiore del piano: e fossero stati beccati, gli inglesi avrebbero acciuffato entrambi i capi della rivolta.

Ma questo si rivela essere solo uno dei punti deboli. Collins, infatti, si è preparato un’altra chiave sul modello del disegno della cartolina e, mentre aspetta, decide di provare ad aprire la porta dall’esterno. La chiave non sembra funzionare bene, Collins la gira con forza e la spezza, otturando la serratura.

Eamon, con la sua chiave, riesce a spingere fuori il pezzo rotto e a far scattare la serratura.

Il mattino dopo, quando le guardie si accorgono dell’evasione, Eamon e i suoi complici sono già su un taxi diretto a Manchester, in un rifugio dei ribelli.

Eamon De Valera: il presidente

Eamon si unirà al parlamento irlandese, diventerà presidente e, dopo numerose battaglie, riuscirà a ottenere l’indipendenza (anche se gli gireranno sempre le palle per l’Irlanda del Nord rimasta agli inglesi). La sua fuga viene romanzata e diventa una leggenda, con aggiunta di dettagli dall’epico al comico (come il fatto che si sia travestito da donna, ma sia riuscito a passare oltre a delle guardie inglesi che volevano rimorchiarlo).

homer primo ministro irlandese
Guardatemi: sono il primo ministro irlandese!

E tutto questo grazie anche al contributo di tre torte.

Scassi e fughe

Questa fuga, poi, è uno scorcio su come funziona davvero scassinare serrature nel mondo reale (e su come usarlo nelle tue storie e nelle tue avventure). Nonostante la porta del cortile fosse chiusa da una miserabile serratura con guardia, quella più facile da scassinare, aprirla si rivela non essere così semplice come può sembrare guardando video su youtube.

Prima di tutto perché a quei tempi non avevano youtube né internet e quindi, per capire come funzionava una serratura, hanno dovuto letteralmente aprirne una. E in secondo luogo perché scassinare un lucchetto seduti alla scrivania e farlo in un carcere di una prigione, al buio, mentre una guardia può sbucare da un momento all’altro, sono due cose diverse.

Se l’argomento ti affascina leggi la mia guida allo scasso per giochi di ruolo e romanzi.

Altrimenti, se preferisci le storie di grandi fughe, dai un’occhiata alla vita di Yoshie Shiratori, il genio della fuga giapponese, evaso da innumerevoli carceri, una volta solo con l’aiuto di una zuppa di miso!

Lascia un commento