Psalmanazar: il primo taiwanese in Europa

Qual è la storia di George Psalmanazar, il nobile taiwanese convertito al cristianesimo? Perché le sue opere, oggi, sono perlopiù dimenticate? E cosa lo accomuna a Tolkien?

Il racconto di oggi ci porta nella storia e nella geografia del passato, senza dimenticarci l’importanza del worldbuilding sistemico, e di come dare risposte interessanti a domande noiose è la base per ogni creazione originale. Ma andiamo con ordine.

Le fonti sono prese dai due libri scritti da George Psalmanazar sulla storia del Taiwan e sulla sua vita e i suoi viaggi in Europa. Visto che sono libri molto vecchi potete leggerli gratuitamente online senza violare la legge, se capite l’inglese.

Psalmanazar, ma senza la P

La nostra storia inizia in Olanda, nel 1702. Qui sono stanziati diversi reggimenti di mercenari francesi e scozzesi. Ma lavori del genere attirano persone di ogni nazionalità e, tra i soldati, è possibile trovare tedeschi, italiani, irlandesi e addirittura un uomo che proviene dall’isola di Formosa, il nome con cui chiamavano il Taiwan all’epoca.

Alexander Innes è il cappellano militare di un reggimento scozzese e, quando sente che tra i ranghi c’è un pagano orientale, che prega nudo al sole e mangia carne cruda, è subito incuriosito e decide di conoscerlo. L’occasione si presenta quando il capitano del reggimento invita a cena il soldato pagano e chiama preti e sacerdoti cattolici e protestanti per provare a convertirlo.

Innes si offre volontario. E così, durante la cena, conosce quello che si presenta come un nobile formosano, dal nome impronunciabile: Shalmanazar.

george psalmanazar
Ritratto di George Psalmanazar

Shalmanazar è indubbiamente una persona bizzarra: segue uno strano calendario lunare per organizzare le sue giornate, si nutre di carne cruda ma solo se condita con cardamomo. Non prega davvero nudo, ma lo fa dopo essersi arrampicato sul tetto di un edificio (per essere più vicino al sole, alla luna e alle stelle: gli dei che deve adorare) e rovesciato un secchio d’acqua in testa per purificarsi.

Il rapimento di Psalmanazar

Ma nonostante le bizzarre abitudini orientali, Shalmanazar è una persona molto sveglia, colta e in grado di padroneggiare formosano, francese, latino e anche un po’ di inglese e greco antico. Racconta che nel 1700, un gruppo di gesuiti giunti a Formosa, lo hanno convinto a seguirli in Europa e andare a Roma, per vedere il Giubileo e capire la superiorità del cristianesimo.

Shalmanazar è nobile e ricco, ma non ha mai viaggiato in Europa e, nonostante lo scetticismo verso i gesuiti, decide di accompagnarli e visitare paesi lontani. Ma i gesuiti si rivelano meno amichevoli del previsto: lo ingannano e si fanno consegnare tutte le sue ricchezze e cercano di forzarlo a battezzarsi.

Shalmanazar rifiuta sdegnosamente di convertirsi ma, nonostante l’esperienza terribile, cerca di imparare il più possibile sul nuovo mondo in cui è sbarcato. Durante il suo soggiorno a Roma resta affascinato dallo sfarzo della città. Ma è molto critico nei confronti dei riti religiosi roboanti e delle chiese sfarzose. Gli sembra idolatria, proprio quella cosa per cui i gesuiti rimproveravano lui e i suoi compatrioti formosani.

La mania formosana

Alla fine riesce a fuggire e, senza un soldo in tasca, decide di entrare nell’esercito per sopravvivere: un destino comunque accettabile piuttosto che restare prigioniero dei malefici gesuiti.

Innes, che è un sacerdote anglicano, si mostra molto d’accordo con questa filippica anticattolica. E spiega a Shalmanazar che non tutti i cristiani sono così: anzi, ad alcuni non piace proprio per niente lo sfarzo dei cattolici (o, meglio, dei papisti). I due fanno amicizia e Innes, dopo svariati incontri, riesce a convincerlo a convertirsi all’Anglicanesimo. Lo battezza col nome di George Psalmanazar (forse l’olandesizzazione del nome originale) e lo porta con sé a Londra, a fare conferenze in un’università in cui ha una cattedra.

George accetta e, nel 1702, i due amici arrivano a Londra. Le bizzarre abitudini di George e la sua storia incredibile gli portano subito fama e scatenano una vera e propria mania per la cultura Formosana. I nobili invitano a pranzo Geroge, gli studiosi lo intervistano e la folla fa la fila per ascoltare le sue storie.

L’arcivescovo di Londra lo prende in simpatia e lo convince a tradurre in formosano il catechismo della chiesa anglicana, compito a cui George si dedica immediatamente, anche se purtroppo oggi il testo è andato perduto. Gli accademici della Royal Society e dell’Università di Oxford sono affascinati dalla quantità di notizie di prima mano sulla storia e sulla lingua formosana e lo invitano a tenere conferenze.

Psalmanazar alla Royal Society

Nel 1703 Psalmanazar tiene finalmente la sua conferenza sulla lingua e la storia di Formosa presso la Royal Society. Viene ascoltato con attenzione, ma non tutto il pubblico sembra soddisfatto. Due persone gli danno dell’impostore e del truffatore. Sono Edmond Halley, il celebre astronomo, e padre Fontenay gesuita francese, esperto di popoli e lingue esotiche.

halley
Edmond Halley

Oltre ad accusarlo di aver dato informazioni inventate e ridicole, sostengono che il suo stesso aspetto (Psalmanazar è pallido e biondo) tradisca chiaramente che non può provenire da Formosa.

Psalmanazar tentenna. Sta tenendo la conferenza in latino (la lingua colta accademica del periodo) e fatica a capire l’accento stretto del sacerdote francese.

Senza contare il problema maggiore: Fontenay ha ragione.

La vera storia di George Psalmanazar

L’uomo che passerà alla storia col nome di George Psalmanazar nasce in Francia, probabilmente in Borgogna, nel 1679. Più o meno. Non sappiamo per certo nulla sulle sue origini, né tantomeno il suo vero nome, rimasto nascosto anche nelle memorie postume, per proteggere la reputazione dei suoi parenti, a detta di George. Ma ogni cosa a suo tempo.

George racconta di essere figlio di nobili decaduti. I genitori sono separati: il padre fa il militare in Germania e la madre lo alleva in Francia. Vista la sua vivacità intellettuale, lo iscrive a una scuola di frati domenicani, dove impara rapidamente il latino e viene messo in classi avanzate.

latino
Il latino

Purtroppo, alla sua abilità con le lingue non corrisponde nessuna capacità nelle altre materie e, nonostante l’inizio col botto, la sua carriera scolastica si arena. Studia per un po’ filosofia e teologia con i gesuiti, prende qualche diploma ma non ottiene i grandi risultati sperati.

Finto pellegrino in vero pellegrinaggio

Attorno ai sedici anni Psalmanazar abbandona la scuola per fare l’insegnante privato ai figli dei nobili e degli ufficiali. Ma anche la carriera da insegnante gli sta stretta. La pulsione religiosa e la voglia d’avventura lo convincono a fare pellegrinaggio verso Roma. Ma a modo suo.

Ruba un mantello a un pellegrino e decide di fingersi irlandese, per attraversare la nazione scossa da guerre religiose e intestine con meno disturbo possibile. Non parla un inglese molto buono, ma finché si limita al latino, sa usarlo con un accento irlandese abbastanza convincente. Purtroppo durante i suoi studi ha già girovagato parecchio per i territori circostanti e ben presto viene riconosciuto da dei vecchi amici che gli rovinano la “copertura”.

George Psalmanazar finto irlandese
Un finto irlandese

Virgoletto copertura, perché nonostante il mantello rubato, le guerre e la possibilità di chiedere elemosina in quanto pellegrino, il fingersi irlandese non sembra un elemento particolarmente utile a generargli guadagni. Questo è un tema che rimarrà costante per quasi tutta la carriera truffaldina di Psalmanazar.

Finto giapponese

Psalmanazar girovaga per qualche anno. Cerca aiuto dai genitori, ma sono entrambi poveri in canna. Falsifica dei documenti, si finge di nuovo un pellegrino irlandese, ma viene di nuovo scoperto prima di raggiungere Roma. Cosa fare? La soluzione più ovvia. Fingersi un giapponese convertito al cattolicesimo e cercare lavoro come attrazione da bar, no?

Psalmanazar, o Shalmanazar, come si fa chiamare in quel periodo, fa il fenomeno da baraccone in un caffè olandese, incuriosendo i clienti con le sue bizzarre abitudini, come il nudismo e il non lavarsi mai. Ovviamente la cosa non ha un grande successo e Shalmanazar, senza più un soldo, decide di arruolarsi.

Seguono serie di congedi per fisico troppo debole e riarruolamenti negli eserciti di altre città, alternate ai suoi soliti show di abitudini bizzarre. Ogni tanto cambia identità. Ad esempio, a un certo punto decide di fingersi un giapponese pagano, anziché convertito, che prega alla luna. Nell’esercito, a sua detta, sviluppa un sacco di vizi, come bere, giocare d’azzardo e bestemmiare. Le bestemmie, nello specifico, lo portano a discutere con altri soldati che, in quanto cristiani, si sentono gli unici in diritto di bestemmiare, a differenza sua. Questo sviluppa la vena polemica di Psalmanazar anticristiana, condita dalle sue sparute conoscenze di teologia.

Psalmanazar e Innes

Ma alla fine, mentre è in un reggimento in Olanda opta per le origine formosane. Formosa è un’isola meno conosciuta del Giappone e gli concede più margine d’invenzione. Crea addirittura una lingua e un alfabeto bizzarro, con cui prende appunti con lo stupore dei suoi commilitoni. Finché non incontra Innes.

Innes, a detta di George, era una volpe. E anche una bravissima persona, nonostante i vizi e le truffe. Innes, poco dopo il primo incontro, inizia ad avere sospetti sul formosano biondo. Gli chiede di tradurre una versione di cicerone in formosano, nel suo alfabeto bizzarro. La settimana dopo, gli dice di aver perso la traduzione e gli chiede di rifarla. Le confronta e sono diverse.

George Psalmanazar alfabeto
L’alfabeto formosano

Ma quando annuncia a George di averlo scoperto, non lo minaccia di sbugiardarlo. Ma gli offre l’affare di una vita. Convertirsi pubblicamente e andare a spennare polli in Inghilterra. Questa è la prima volta che la mania di fingersi straniero di George potrebbe permettergli di guadagnare qualcosa.

Psalmanazar accetta. E il resto lo sapete già.

Psalmanazar frega la Royal Society

1703, sala della Royal Society. Psalmanazar sbatte gli occhi: il pubblico si aspetta delle risposte a tutte le accuse ricevute da Fontenay e Halley.

Psalmanazar riprende a parlare. La sua carnagione pallida è dovuta al fatto che l’aristocrazia formosana abita palazzi sotterranei freschi e bui, il che non permette alla pelle di diventare scura (come credevano ai tempi). I capelli biondi sono dovuti all’esposizione al sole particolarmente vivido dell’Europa (come molti credevano ai tempi). Il fatto che la lingua o le storie che ha raccontato non coincidano con le sparute relazioni dei viaggiatori è perché gli europei hanno colonizzato solo le coste meridionali dell’isola (vero), mentre il suo regno era nell’entroterra, sulle montagne.

George Psalmanazar mappa
Mappa di Formosa prodotta da George Psalmanazar

Halley gli chiede a che ora del giorno entrasse la luce dal camino, per conformare che la posizione della sua presunta isola coincidesse davvero con Formosa. Psalmanazar risponde che nel suo regno i camini sono tradizionalmente ripiegati, a forma di U rovesciata, e la luce non entra mai.

Inventa finte etimologie formosane per luoghi, riti ed eventi. E il suo accento latino confonde Fontenay, che ammette di non riconoscerlo nonostante parli moltissime lingue. Psalmanazar racconterà di aver fabbricato il proprio accento mescolando tratti di diversi linguaggi, molti dei quali conosceva pochissimo.

E quindi ogni domanda viene risposta con dettagli interessanti, coerenti e assolutamente inventati. E alla fine Psalmanazar convince la folla. Complice il fatto che Fontenay era un cattolico gesuita francese, praticamente una merda al cubo agli occhi di un inglese dei tempi.

Il best-seller

Visto il successo della conferenza, Georges decide di pubblicare un libro originale: Una descrizione storica e geografica di Formosa: un’isola sotto il dominio dell’Imperatore del Giappone. Il libro, nonostante sia sbagliato perfino il titolo (Formosa era sotto il dominio cinese), vende moltissimo e ben presto viene ristampato e tradotto in altre lingue.

costumi formosani
Abiti formosani dal libro

Il libro è un piccolo capolavoro di worldbuilding settecentesco, con grande attenzione alle abitudini, alle feste, ai luoghi alle cerimonie e agli eventi storici (tutti inventati di sana pianta, ovviamente).

Abbiamo gente che gira nuda, con solo una placca d’ora a coprirgli i genitali. Mariti poligami che possono cannibalizzare le mogli infedeli. Migliaia di sacrifici umani che finiscono in banchetti cannibali con tanto di graticola apposita per arrostire i cuori. Una grammatica e un alfabeto completi di una lingua inventata. Una trama di intrighi e omicidi con la famiglia reale e un imperatore giapponese dall’incredibile nome di Chazadjin. Se siete curiosi, date un’occhiata all’opera.

George Psalmanazar funerale
Funerale formosano

Ma George, nonostante l’abilità a fingersi taiwanese, non è molto bravo coi soldi e, alla fine, incassa ben poco. La mania per la cultura formosana passa e le sue affermazioni si fanno sempre più bizzarre e contraddittorie. Nel 1710 esce un pamphlet che lo difende dalle accuse di truffa, ad opera dei suoi ammiratori. Ma molta gente, per stessa ammissione di George, inizia comunque a non credergli e il nostro eroe decide di tenere un profilo basso.

La fine della truffa

Per un po’ si riarruola, fingendosi sempre formosano, ma inizia a confessare agli amici intimi la sua vera identità. Abbandona l’esercito e decide di dedicarsi alla scrittura. Scrive poesie, trattati di teologia, fiction, con successi… beh, non particolarmente buoni, ma sopravvive. Racconta di scrivere dodici ore al giorno e campare con una dieta di dieci gocce d’oppio diluite in un bicchiere di liquore. Ottimo.

Inizia a prendere sul serio la religione e sembra diventare un buon cristiano, sinceramente pentito delle sue truffe giovanili. Parla di religione, linguistica e filosofia nelle vie e nei pub davanti a piccole folle di persone e si guadagna il dovuto rispetto da professore da bar nella comunità londinese, nonché l’ammirazione del celebre scrittore Samuel Johnson.

samuel johnson
Samuel Johnson disgustato

Gli vengono affidati diversi lavori di ricerca, tra cui la stesura della storia completa del popolo ebraico e delle mappe del Giappone e del Taiwan. In quest’ultima opera, Un Sistema Completo di Geografia, fornisce un resoconto abbastanza accurato e smentisce le menzogne e le credenze messe in giro da lui stesso anni prima.

La fine di Psalmanazar

Psalmanazar muore povero e solo nel 1764. I suoi amici trovano il suo corpo giorni dopo assieme a un manoscritto: Memorie di ****, conosciuto col nome George Psalmanazar, un finto nativo di Formosa. Decidono di pubblicarlo, seguendo quelle che sembrano le direttive postume del loro amico, senza rivelare il nome. Esistono teorie semicomplottistiche secondo cui il vero nome di Psalmanazar sarebbe nascosto in enigmi e finti errori di stampa dentro l’opera. Se vi interessa cercatele su google: sembrano tutte stronzate.

Psalmanazar è un truffatore strano: è uno dei pochi che sembra giovare quasi per nulla dalle proprie menzogne, a tal punto da far pensare che fosse un malato di mente. Ma non finisce qui. È uno dei pochi truffatori ad avere una specie di arco di redenzione in cui, alla fine, ammette le sue menzogne e cerca di limitare il danno. E non per convenienza, tipo patti con la polizia. Così: perché è cambiato e ora gli pare giusto.

Lo stesso Samuel Johnson, a detta di un suo biografo, alla domanda di chi fosse il miglior uomo che avesse mai conosciuto, avrebbe risposto “Psalmanazar!”

Tutto questo lo rende allo stesso tempo bizzarro e interessante. E quindi apriamo una parentesi per gli appassionati di worldbuilding e scrittura creativa (se non lo sei: 1-BUUU!, 2-L’articolo è finito: ma puoi leggere questo, che ti piacerà).

Truffatori e worldbuilding

Psalmanazar è un truffatore, ok, e probabilmente un pazzo psicotico e un bugiardo compulsivo. Ma è anche un inventore di lingue e un worldbuilder coi controcoglioni. Pensate al master più bravo con cui avete mai giocato di ruolo. Come reggerebbe a improvvisare worldbuilding davanti a una folla di scienziati che mettono alla prova ogni falla delle sue invenzioni?

Non è una novità che molti truffatori siano inventori di storie decisamente più solide e originali rispetto ai romanzieri più famosi.

Ma Psalmanazar è l’incarnazione vivente del metodo PRO, il sistema con cui qui vi insegno a fare worldbuilding. In primo luogo è un pirla, che farnetica stronzate solo perché gli piacciono. Poi incontra dei rompiballe, nello specifico Halley e Fontenay, che gli fanno domande noiose e antipatiche, sul realismo delle sue farneticazioni e su come le spade laser sono fisicamente impossibili. E per finire è un opportunista perché trova risposte interessanti a queste domande noiose.

La sua posta in gioco, c’è da ammetterlo, è un po’ più alta di quella che possiamo avere noi quando ci inventiamo un mondo per una storia o un gioco di ruolo. Ma con un po’ di concentrazione si può raggiungere uno stato simile. O magari con la dieta da scrittore comprovata dal dottor Psalmanazar.

Ok, questo forse no, ma il punto è che quando creiamo un mondo, dobbiamo far finta di essere davanti a una marea di stronzi della Royal Society che vogliono umiliarci e pensare risposte che ci salvino il culo. Ma in tutta comodità e sicurezza, nella vostra casa (o dove è che siete).

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