Nomi di cose, tabù e bestemmie fantasy

Abbiamo visto l’equivalente di un romanzo breve di come pensare nomi per personaggi luoghi ed eventi. Ma se hai mai visto un film fantasy saprai già che questa è solo una frazione dei nomi bizzarri utilizzati. Nomi di dei, religioni, artefatti, bestie, razze, tecnologie, ideologie, droghe, tabù e qualche altro migliaio di cose che non posso scrivere ora. Come fare con questi nomi?

Se hai letto con attenzione il post e fatto gli esercizi, lo sai già. Certo, in molti ambiti, come abbiamo già visto con i nomi di eventi, è necessario pensare seriamente a cose che prescindono dai nomi. Ma in effetti è vero anche per i nomi di luoghi e persone.

Non possiamo pensare ai nomi di ogni aspetto della nostra opera senza pensare anche a ogni aspetto della nostra opera. Questo non vuol dire che dovresti pensare solo a trama e contenuto e usare X al posto dei nomi e deciderli tutti alla fine. Al contrario. Dovresti considerare i sistemi di nomi, come e perché li usiamo, come un fattore critico nella creazione del tuo mondo. Soprattutto nel caso tu stia scrivendo un romanzo, dove i nomi sono uno dei mattoncini base con cui produci una storia.

Oltre ai soliti metodi di generazione dei nomi ricorda che i nomi di cose che esistono da molto tempo hanno maggior probabilità di essere evoluzioni di nomi antichi e svuotati di significato, mentre quelli più recenti hanno di solito una formazione più comprensibile, un po’ come con i luoghi.

Visto che non è possibile coprire tutto con i nomi di cose, vediamo un paio di esempi dal mondo reale per farci una mezza idea su come operare nei nostri casi.

Inventare nomi di cose

Parliamo davvero di cose, nel senso di oggetti inanimati, tecnologie futuristiche e artefatti magici. I metodi per inventare i nomi, ormai, sono gli stessi che abbiamo già visto:

  • Nomi di persona, modificati o normali: chi ha inventato l’oggetto? Chi è una persona famosa che lo ha usato? Oppure, chi è che si è rubato il brevetto e ci è diventato ricco? Chi è rappresentato sull’oggetto? (Condom, Benzina, Luigi d’oro).
  • Nomi di luogo: dove hanno inventato l’oggetto? Dove lo fabbricano? Dove lo vendono? (Svedesi, Parmigiano, Texana).
  • Descrittori dell’oggetto diretti o indiretti, come metafore o parti dell’oggetto (raschietto, oggetto che raschia; tubo a collo d’anatra; fucile, da focile: acciarino, “che fa fuoco”, che a sua volta deriva da focus, che significa focolare, fuoco)
  • Nomi propri di oggetto (Scottex per panno asciugatutto, Jeep per fuoristrada). Nel mondo reale lo facciamo spesso. Nel tuo mondo inventato con oggetti inventati prodotti da aziende inventate può essere più rischioso. Ma se comunichi chiaramente al pubblico la pervasività dell’azienda produttrice (e questo è rilevante per la trama) si può fare.
  • Nomi antichi evoluti. Abbiamo già visto come la parola antica focus si evolve in fucile ma, soprattutto per oggetti di consumo prodotti in massa, vanno bene anche nomi moderni evoluti (se in una storia fantascientifica c’è una crema miracolosa che cura tutto dai brufoli ai tumori e la chiamiamo curatex il senso è abbastanza chiaro, e il nome non è incredibile o farsesco come quelli del professor Noiosonis e della suora Scopinculler di cui parlavamo nel post sui nomi di persona…)

Ecco il video di questo articolo, per ripassare mentre corri su una gigantesca ruota da criceto, o cose simili

Lingue e prestigio

Questo per fare un riassunto brevissimo: controlla gli altri articoli se hai bisogno di altre idee. Ma considera alcuni elementi quando inventi i nomi di cose. In primis la lingua. In un’ambientazione complessa, con più sistemi linguistici, se tutti gli oggetti magici provengono dal regno degli elfi che parlano pseudofrancese, tutti i nomi di questi oggetti saranno francesi, o bastardizzazioni del francese. Questo ci dà informazioni sulle culture del tuo mondo: gli elfi avranno inventato questi oggetti. O magari li hanno inventati gli umani 2000 anni fa, ma nell’ultimo secolo gli elfi si sono svegliati, hanno studiato la magia più seriamente, e hanno sorpassato gli umani nella produzione di gingilli magici.

Produttori di oggetti magici nani e umani, per competere, potrebbero decidere di dare nomi francesizzanti anche ai loro prodotti, per renderli più appetibili a un mercato che vuole solo amuleti elfici. Considera la lingua quando pensi a cose del genere.

binbows
Il prestigio di una azienda può influenzare anche popoli che parlano una lingua diversa (o ispirargli giochi di parole, come in questo caso…)

Orsi e tabù

Passiamo ai tabù. Li abbiamo già intravisti quando parlavamo dei nomi di persona (la merda è un argomento tabù e difficilmente all’ufficio anagrafe lo accetteranno come nome per la tua progenie). Ma oltre alla merda, un sacco di altre cose possono essere considerate tabù da una determinata cultura. E decidere i tabù di una cultura è un’operazione di worldbuilding. Ma prima di pensare se i tuoi orchi inventati si offendono di più se li chiami deboli, bugiardi, o figli di puttana, pensiamo a cose più semplici. Come gli orsi.

Prendiamo qualche lingua europea e vediamo come li chiamano. In Francia ours, in Spagna Oso, in Grecia arktos. Tutte parole che, come l’italiano orso, deriverebbero dal protoindoeuropea erktos (nota per i linguisti: so che non si scrive così e la pronuncia è leggermente diversa, ma ricordate la compatibilità).

Ma come saprete già, non è così dappertutto in Europa. Gli inglesi dicono bear, che ricorda il tedesco bar, e in Russia Medved. E sono tutte lingue indoeuropee, che un tempo avevano qualcosa che assomigliava ad erktos, ma hanno deciso di cambiare radicalmente.

Medved significherebbe “colui a cui piace il miele” o “mangiatore di miele”. Mentre Bear e Bar deriverebbero da… non si sa proprio bene, ma le due ipotesi più gettonate sono berh, protoindoeuropeo per marrone, e gwer, animale selvatico.

Ma perché tutti questi giri di parole? Secondo alcuni antropologi, la ragione di questo cambiamento è che in nord Europa e in Russia era molto più frequente trovarsi faccia a faccia con un orso, una creatura mostruosa. La parola diretta, così, è diventata un tabù da evitare per motivi scaramantici (un po’ come Voldemort o Beetlejuice).

Quindi chiamarlo con una caratteristica particolare o con un nome vago diventa un modo di evitare il tabù.

tabù e droga
I tabù non nascono solo dalla paura. Magari stai raccontando ai tuoi figli di tutte le donne con cui sei andato a letto, ma quando arrivi al momento in cui ti sei fatto una canna preferisci parlare di “panini” per evitare problemi

Vulcani e tabù

Vedere questo come unico motivo è riduzionismo. E poi potrebbe essere una coincidenza, forse. Ma non mancano esempi anche in luoghi e tempi completamente diversi.

Alla Hawaii non ci sono orsi, ma in compenso è pieno di vulcani. E, non a caso, in hawaiano, molti termini legati a vulcani o eruzioni sono costruiti allo stesso modo con giri di parole per evitare di usare termini diretti.

Molti termini sono composti con il nome Pele, la dea dei vulcani delle loro mitologia tradizionale. Ad esempio laupele, il buco di Pele, che significa vulcano o cratere. Oppure kukaepele, la cacca di Pele, per riferirsi a delle esalazioni sulfuree dalla puzza molto riconoscibile. Non so voi, ma credo che il viaggio di Frodo, Sam e Gollum avrebbe guadagnato in profondità se, a un certo punto, avessero attraversato la Merda di Sauron.

Gergo criminale

A proposito di tabù. Nei film di criminali, ma spesso anche nella realtà, i delinquenti chiamano la polizia maiali, madama o con un sacco di altri nomi. A dire il vero nel gergo criminale di ogni luogo o epoca si usano un sacco di nomi strani per parlare di cose normali. Di nuovo: sono argomenti tabù.

Ma qui, oltre alla scaramanzia, interviene una preoccupazione più razionale. Parlare di piani per rapine, di spaccio di droga o di tentati omicidi può attirare davvero le attenzioni delle potenziali vittime o di qualunque cosa assomigli a una forza di polizia. E quindi abbondano nomi gergali per riferirsi a delinquenti, poliziotti, colpi, refurtiva, armi e droghe. La gilda dei ladri di un fantasy con magie svilupperà il proprio gergo specifico (magari, invece di nomi per riferirsi ai grimaldelli, hanno nomi per riferirsi a pergamene magiche dello scasso, o cose simili).

i soliti ignoti
Delinquenti di strada della Roma del dopoguerra progettano il prossimo crimine

I gerghi, ovviamente, non hanno solo lo scopo di non farsi capire da eventuali vittime o avversari. Possono servire per riferirsi rapidamente a oggetti specifici, con nomi ufficiali lunghi, ma che in questo ambiente servono spesso. “Passami i ferri” ha un significato diverso se a dirlo è un mafioso, un chirurgo, o un golfista.

Questi gerghi non sono vere e proprie lingue indipendenti: si creano su lingue che esistono già (come l’italiano, o quella che hai inventato tu). Quando si riferiscono a oggetti fuori dalla loro cerchia, ritornano alla lingua normale (non esiste nel gergo ladresco una parola per ornitorinco. A meno che non ci sia una gang di ladri di animali australiani professionali).

A volte l’uso e la comprensione di termini gergali possono servire per identificarsi velocemente con un compare in una situazione dove parlare troppo sarebbe pericoloso. E, al di là delle situazioni pericolose, per ribadire in generale l’appartenenza al gruppo… ma stiamo scivolando troppo giù per la cortina della linguistica. Passiamo a un argomento più interessante per chiudere la nostra escursione tra le parole tabù.

Le bestemmie e tabù

Tutte le culture della storia hanno elaborato una qualche forma di spiritualità o religione, come se moltissimi uomini, indipendentemente dal tempo e il luogo, avessero la comune tensione verso il divino. E tutte le culture della storia hanno elaborato una serie insulti, offese e sberleffi verso questi aspetti spirituali. Come se moltissimi uomini… beh, avete capito. Ma se è vero che tutte le lingue del mondo hanno bestemmie, non tutte le bestemmie sono uguali e non tutte le culture reagiscono allo stesso modo.

biascica bestemmie e tabù

Quando crei una cultura, soprattutto in un fantasy medievale un po’ all’europea, dove la fede è un aspetto importante nella vita quotidiana, dovrai inventare almeno una religione. Parlando con diversi autori, ho notato che molti hanno difficoltà in questo compito. Andare a messa ha perso un po’ di appeal negli ultimi tempi, e i testi sacri di solito non sono una lettura divertente.

Ma la religione non è solo l’aspetto di venerare gli dei, gli spiriti e i santi. È anche offenderli, da quello che dicono alcuni teologi. E le bestemmie possono essere un primo passo preziosissimo per inventare la tua religione.

Fatti alcune domande.

Usare le bestemmie per fare worldbuilding

  • Chi viene bestemmiato? Questa domanda può sembrare stupida: il dio di quella religione, no? Beh, dipende. In Italia, secondo alcune statistiche, bestemmiamo Dio appena poco di più della Madonna, mentre Cristo si trova decisamente più in basso nella classifica. Lo Spirito Santo, che in teoria è parte della Trinità, non è pervenuto. E non a caso non viene neanche molto pregato…
  • Come viene bestemmiato? Sin dalle scuole medie, sappiamo tutti che dire che Anubi è un dio sciacallo non è davvero una bestemmia. E bada a cose simili nel tuo mondo. Se c’è Fultivon, il dio dei ladri, non puoi dire “Fultivon ladro!” quando vieni beccato dalle guardie mentre scassini una porta. “Fultivon infame” potrebbe andare meglio. In generale ragiona a quali sono le qualità più vergognose secondo la tua cultura e accostale alla divinità.
  • Perché viene bestemmiato? Questa, più che una risposta, è una serie di risposte diverse per ogni abitante. Ciò nonostante chiediti, quando le bestemmie sono accettate o frequenti, quali sono i motivi principali. Odio religioso? (Magari i seguaci di Murkales, dio della giustizia, odiano i seguaci di Fultivon e bestemmiano il loro dio mentre danno la caccia ai ladri) Rabbia impotente? (Sono sempre stato un buon cristiano, non mangio carne il venerdì, la domenica vado a messa e tu hai fatto grandinare il giorno prima del raccolto?! Stacco il crocefisso e lo metto nella stalla, tra il letame: non è blasfemia, è giustizia!) Qualcosa di ritualizzato? Odio contro la struttura ecclesiastica? Questa bestemmia viene detta dai fedeli in momenti di rabbia, o da chi disprezza quella religione che considera falsa, malvagia e stupida?
  • Come reagisce la società? Nel mondo abbiamo una vasta gamma di reazioni. In molti paesi non si rischia nulla. Invece, in paesi come l’Italia si rischiano multe e perdita di lavoro. In altri paesi si rischia la morte. Nel tuo? La gente può bestemmiare in pubblico, o deve stare attenta a non farsi sentire?
Durance
Durance è un personaggio del gioco Pillars of Eternity. È un chierico che bestemmia come un disgraziato sia gli dei delle altre religioni che, soprattutto, la dea a cui ha dedicato la propria vita.

Tutto questo senza neanche considerare casi limiti di fantasy con dei manifesti agli occhi di tutti, o dove bestemmiare dà superpoteri o punizioni tangibili di origine divina. Ovvero senza considerare gli aspetti fantasy.

Pensa a un paio di bestemmie, e rispondi a queste domande. Poi inventa una manciata di riti legati alle divinità bestemmiate, come suggerito in questo post, e avrai già qualcosa di pericolosamente simile a una religione vera.

Science, bitch!

tabù science bitch

Un sacco di paroloni scientifici sono stati decisi da scienziati del passato, che parlavano un sacco di lingue diverse, ma in occidente, per un lungo tempo, hanno tutti optato per il greco antico (e ogni tanto il latino) quando dovevano decidere i nomi delle loro nuove scoperte o pratiche.

Questi nomi di solito sono la fusione di due termini: un nome e un modificatore, anche verbale. Biologia, lo studio della vita; chirurgia, lavoro di mano (lol); astronomia, le leggi degli astri; chiromanzia, vedere il futuro con le mani, e così via. Molti di questi termini rivelano informazioni potenzialmente interessanti a chi capisce le lingue morte che li compongono. Ma anche chi non li capisce può riconoscere facilmente i suoni e capire determinati significati (non serve una laurea in greco per capire che una parola seguita da -logia è lo studio di quella cosa).

Termini del genere tendono ad essere riconoscibili anche in altre lingue, che si limitano di solito ad adattarli alla propria pronuncia (compatibilità!): biologia, biology, biologie… Tendono ad essere usati in contesti seri, o che aspirano ad essere tali, e ad essere trasparenti (non abbiamo poteri occulti o conoscenze segrete: lo stesso nome di quello che facciamo ti dice chiaramente la nostra attività). Il che è ottimo per i settori in cui è utilizzato: la medicina, la ricerca scientifica, i curriculum vitae con titoli ed esperienze falsi.

Fantascience, bitch!

tabù fantascience bitch

Di conseguenza, in un’ambientazione fantascientifica molto scientifica sembra naturale inventare nomi di nuove scienze e strumenti seguendo un metodo del genere, soprattutto se seguiamo avventure spaziali nel nostro futuro. Ma di solito non ci limitiamo a questo. Scuole di magia nei fantasy, creature fatate e oggetti magici tendono a cadere in sistemi di nomi simili.

Di per sé non è una cosa terribile (ma poco originale sì), e in determinate ambientazioni può avere senso. In un mondo alla Skyrim dove potenzialmente tutti hanno poteri magici e la magia può essere studiata in scuole e università come le scienze nel medioevo, è accettabile pensare che si usino termini simili a quelli scientifici, tipo necromanzia (poi le altre scuole hanno nomi diversi e un po’ incoerenti… ma questo non è il post dove criticare uno dei giochi più amati di sempre).

Ma in ambientazioni più simili al nostro mondo, dove la maggior parte della gente non crede a puttanate magiche e gli eventi sovrannaturali sono qualcosa di raro che tocca solo il protagonista e pochi altri, senza scuole che insegnino da secoli queste discipline, termini del genere perdono di potere. L’uso stesso di concetti come scuole di magia farà perdere potenza al tuo sistema magico in casi simili: sapere che il pagliaccio Pennywise di It ha incantesimi di decimo livello della scuola di Illusione, non aumenta la paurosità e la qualità della storia, anzi…

Tutto questo verrà approfondito nel capitolo sulla magia, ma ricorda che anche in questo è importante pensare bene a che nomi stai decidendo di usare e a cosa implicano istintivamente nel pubblico.

Esempi

Non abbiamo regole concretissime a cui aggrapparci stavolta. Vediamo, prima di tutto, come creare una religione usando solo le domande sulle bestemmie.

Vorrei una bestemmia che se la prendesse con un oggetto più che una persona (come maledire il sole). Prendersela con un oggetto e mandarlo affanculo mi fa sempre ridere e tradisce un senso di impotenza comico ma tangibile. Ci serve un oggetto, quindi, che deve essere in qualche modo sacro o rilevante per questa religione. Una catena che lega tutti gli uomini e viene fatta girare dagli dei, stabilendo il ciclo di nascite, morte e reincarnazioni. Una catena infame, ingiusta, ingrata e merdosa, spesso.

Secondo questa religione, gli dei girano la catena perché il ciclo di morti e rinascite fornisce l’energia che fa girare gli astri e i pianeti e garantisce l’alternarsi delle stagioni. Da cui frasi tipo “Si spezzi la catena se sto mentendo” invece di giuro su dio, o robe simili.

catena
L’universo, secondo questa religione

La reincarnazione mi ispira, istintivamente, che dia valore alla giustizia: ti reincarni in un essere che faccia da premio/punizione alla tua condotta nella vita precedente. Ma questa religione sembra affermare che lo scopo della reincarnazione sia far funzionare l’universo. Forse il senso di sacrificio e di dovere sono dei valore più importanti della giustizia (non importa se hai fatto solo vite di merda negli ultimi 10 cicli: il fatto che continui fa girare il mondo e non ti devi fermare).

Dire che la catena è ingiusta, quindi, sembra solo una mezza bestemmia: magari alcuni fedeli e sacerdoti sono d’accordo su questo punto. Dire che la catena, più che far girare il mondo, fa girare i coglioni, forse è un po’ peggio, visto che sembra implicare un certo scetticismo riguardo l’esistenza della catena e la sua importanza.

Ovviamente, da questa religione possiamo derivare valori completamente diversi (accettazione del destino e fatalismo? Tolleranza ed egalitarismo perché facciamo tutti parte della catena al di là di specie e credo? Tieni conto che le religioni che durano tendono a propugnare valori che aiutano le istituzioni esistenti a reggersi in piedi, quindi, per quanto non impossibile, è raro che propugnino come valori l’anarchia e la distruzione dello status quo).

Detto questo, torniamo alla catena. Altre esclamazioni meno blasfeme possono riguardare i singoli anelli, che fanno un po’ la vece delle anime (per l’anello di mio nonno, per l’anello di quella puttana di tua madre).

Ma, tralasciando i vari insulti e appellativi che verrebbero fuori da questa visione (sei un anello debole, un anello d’oro), i vari accessori d’abbigliamento per i preti (catene? Anelli? Qualcosa legato al lavoro dei fabbri, come se loro fossero fabbri di anime, che riaggiustano gli anelli rotti?) passiamo ad altri aspetti sacri da bestemmiare.

Più bestemmie

Abbiamo deciso che secondo questa religione le qualità più importanti orbitano attorno al senso del dovere e dell’efficienza. La catena è un oggetto, non possiamo darle della pigra, e se vogliamo dire che funziona male, torniamo a parole come merda. Vanno benissimo, ma sono un po’ vaghe. A chi dare dello scansafatiche?

Abbiamo detto che gli dei fanno girare questa catena per muovere l’universo. Facciamo che è un solo dio, non tanto per emulare il cristianesimo, quanto per amore della brevità. Girare la catena dà l’idea del passaggio di tempo, quindi può andare bene un nome tipo Crona, che ricorda anche le streghe e altre cose sovrannaturali. Crona tira la catena per farla girare tra gli ingranaggi dell’universo, controlla che non si rompa e garantisce il ciclo delle reincarnazioni e il funzionamento della Terra e degli astri.

Sotto alla catena, sul fondo dell’universo, vive Staganon (ricorda stagno, stanco, cose che sanno di immobilità: perfetto!). Staganon è un dio corrotto e decaduto, che vorrebbe che l’universo si fermasse e la vita sparisse. Ogni tanto cerca di rompere la catena, corrompendo gli uomini e promettendogli l’immortalità e, quando un anello si stacca e cade prima che Crona possa ripararlo, lui lo raccoglie dal fondo dell’universo e se lo infila attorno al pisello lo aggiunge alla collana di anime perdute che porta sempre con sé.

Fantastico: ora abbiamo un dio e un demonio da usare per le nostre bestemmie. “Crona zecca”, “Crona mangiapane a sbafo”, e “Per le dita lisce di Crona” sono tutte esclamazioni abbastanza offensive. “Che Staganon ti si mangi l’anello” è una maledizione abbastanza comune, assieme a cose tipo “Che tu possa finire nella collana.” Varianti a sfondo sessuale con Staganon che stupra l’anello o addirittura Crona sono ovviamente diffuse e non serve specificarle.

Conseguenze

Bestemmie del genere, di per sé, possono già indicare se a dirle è un fedele incazzato, o qualcuno che non crede che la catena esista davvero, dandoci così le motivazioni (o almeno un indizio). Le reazioni immagino possano variare parecchio.

Se vogliamo continuare sulla via del sacrificio degli uomini per la sopravvivenza di tutto, immagino che bestemmiare la catena, dire che è ingiusta o che fa schifo, sia una cosa malvista, da evitare assolutamente durante i riti religiosi, ma tutto sommato tollerata. Il prete potrà darti qualche penitenza e, se non la fai, i concittadini fedeli ti guardano male. Il che può portare a brutte conseguenze. Ma non vieni arrestato e bruciato sul rogo.

D’altra parte offendere Crona, che è una persona e non una cosa, è decisamente più brutto. Anche qui, dubito che la risposta normale sia il rogo per la blasfemia. Questa religione dà valore all’efficienza prima che al rispetto. Ma distrarre e sobillare gli altri fedeli è qualcosa che, secondo molti preti che hanno studiato i testi sacri, mina profondamente l’efficienza dell’universo.

La blasfemia ripetuta, specialmente se associata a particolare visioni filosofiche e spirituali, è vista come un atto eversivo e punito come tale, addirittura dalla morte. Ma dipende dal luogo e dal contesto sociale (in periodi di caccia all’eretico e guerre civili, la tolleranza verso le bestemmie scende: ai fedeli sembrano un comportamento da facinoroso).

la lettera scarlatta ester
Magari ti cuciono una B rossa sul petto

Direi che abbiamo elaborato parecchi elementi partendo solo dalle bestemmie. E il bello è che sono abbastanza solidi da restare in piedi al di là dell’effettiva verità di questa religione: le bestemmie restano le stesse sia in un mondo come il nostro, che in un mondo alla dungeons and dragons, dove gli dei compaiono regolarmente, danno poteri magici e quest ai loro sacerdoti, e fanno roba del genere fantasy e tangibile.

Esercizi

Gli argomenti visti oggi sono trasversali, ma gli esempi sono molto specifici. Se stai progettando una storia con un manipolo di soldati spaziali scelti che sono al di là delle linee nemiche in un pianeta alieno, inventare un gergo per la malavita può rivelarsi una perdita di tempo… Ma magari i tuoi soldati scelti hanno sviluppato un qualche tipo di gergo, e hanno i loro tabù (l’equivalente alieno dei charlie vietcong). I loro aggeggi fantascientifici hanno nomi specifici, magari più di uno: quello scientifico, quello commerciale e quello gergale che usano solo loro.

Abbiamo le razioni alimentari proteiche a lunga conservazione, come le chiamano gli scienziati; le razioni X (perché la x è più spaziale della k, che comunque è già moderatamente spaziale) come le chiama l’esercito, e per finire il cibo pre-vomitato, come lo chiamano i soldati spaziali che lo devono mangiare. Senza contare che anche i soldati ogni tanto possono bestemmiare.

Per fare un esercizio del genere, avrai bisogno di analizzare la storia che stai progettando.

  • Cerca di individuare e segnarti i vari sottogruppi sociali (ricordandoti sempre di tener conto di cosa li unisce… vedremo meglio nei prossimi post altre implicazioni di ciò). Quali di questi hanno sviluppato un gergo notevolmente diverso?
  • Individua una gerarchia dei tabù. Tutti i vichinghi fantasy hanno il tabù degli orsi balena che infestano l’entroterra. Ma solo i ladri hanno il tabù dei carabinieri vichinghi fantasy, che chiamano “Dame”. Mentre i marinai hanno i tabù dei narvali carpentieri, che distruggono gli scafi delle loro navi, e li chiamano “Cornuti”. E così via…
  • Individua scuole di magia, scuole di tecnologie insolite, o qualunque cosa che dia poteri fantasy e sia stata sistematizzata in un corso di studi. Che nomi usano? A che lingua richiamano? Una antica e prestigiosa tipo il greco, o qualcosa di più moderno? Come compongono i nuovi nomi: unendo parole diverse (bio-logia) o facendo delle sigle (DNA)?
  • Individua le potenziali fonti di nomi di cose e, conseguentemente, dettagli per il tuo mondo. Seleziona le due o tre più importanti (se guardi bene, ne avrai tantissime, troppe per una sola storia) e inizia a lavorarci sopra come mostrato negli esempi. Il tuo mondo inventato si riempirà a una velocità pazzesca.

Conclusioni

I nomi, in un’opera di narrativa lineare o interattiva, possono essere molto di più di semplici etichette da dover appiccicare a fine lavoro in una storia. Sono parte di un sistema più grande che comprende tutto il tuo mondo e la storia che stai raccontando.

Forse non sono la parte più importante, ma sono uno strumento facilissimo da usare in modo creativo. Come hai visto, se quando inventi i nomi cerchi di pensarci in modo approfondito, sarà impossibile non riflettere sulle cause che generano nomi simili e di conseguenza inventerai in modo naturale e veloce un sacco di dettagli per il tuo mondo.

Partire dai dettagli che ci piacciono e andare all’indietro, alla ricerca di cause che li giustifichino e rispettino le altre necessità della nostra opera, è un metodo fantastico per avere rapidamente un sacco di idee. Alcune persone pensano che il metodo opposto sia migliore. Vedremo perché si sbagliano nel prossimo post, sui metodi di worldbuilding.

E a proposito di materiale rimandato. Avrei voluto scrivere un paragrafo o due su come usare, durante la scrittura, i nomi in modo da introdurli chiaramente. Un po’ come l’esempio che abbiamo visto nel post sui nomi di eventi. Ma fare esempi nel vuoto, con scene senza capo né coda, mostra velocemente i suoi limiti.

E se vogliamo vedere come fare per bene scene complete, dove abbia davvero senso introdurre i nostri nomi strani dobbiamo vedere prima qualche elemento di scrittura e stile. E lo faremo, ma in un prossimo post, dopo quello dedicato al metodo.

new vegas
Giochi come New Vegas, nonostante tecnicamente siano spesso degli abomini, hanno dei fan sfegatati proprio perché gli autori (invece di fare debugging) hanno risposto a domande come l’origine dei nomi, il senso delle abitudini culturali e le conseguenze degli scontri violenti su tutta la società. (Notare l’uso moderato dei toni grigi e marrone che caratterizzano TUTTO il mondo di gioco e OGNI personaggio che lo abita.)

Per concludere non posso che ripetere che ragionare i dettagli fighi in modo concreto, pensare le cause e visualizzare le loro conseguenze nella vita di tutti i giorni è un metodo semplice per creare mondi profondi. E non parlo solo dei nomi: questo si applica a ogni aspetto del worldbuilding. Pensare a come un popolo produce i suoi beni, come arma i suoi soldati o anche solo semplicemente a cosa mangia, se fatto nel modo corretto, ci costringe ad elaborare una serie di aspetti del nostro mondo potenzialmente infinita.

E questo lo renderà più vero di tanti classici e blockbuster privi di originalità.

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