Pony l’orangutan, un cucciolo femmina di scimmia, è stata usata come prostituta per 9 anni in… Come, cosa, perché?!
Indice dell'articolo
Un bordello di scimmie
Nel 2000 Michelle Desilets lavora per la Borneo Orangutan Survival Foundation, nel Borneo Indonesiano. La fondazione si occupa, tra le varie cose, di liberare gli oranghi tenuti in cattività. In Borneo molte persone li tengono come animali domestici, spesso incatenati e nutriti con schifezze. Inoltre un orango adulto è una bestia pericolosa e nel caso si liberi potrebbe non reagire bene. Gli animali, una volta curati, vengono liberati in riserve naturali.
Un giorno, nel 2002, Michelle riceve una segnalazione particolare. In un villaggio nell’entroterra ci sarebbe un bordello dove si può pagare per scopare con una scimmia. Michelle e i suoi, accompagnati da un paio di poliziotti, vanno a controllare. Il bordello è pieno di clienti, perlopiù contadini della zona, ed è gestito da una vecchia donna.
Chi era Pony l’orangutan
Quando gli animalisti chiedono della scimmia, la vecchia annuisce e li conduce in una camera. Sul letto c’è una femmina di orango completamente depilata. È truccata con mascara e rossetto e indossa anelli, bracciali e collane. Si sta grattando una puntura di zanzare fino a farla sanguinare. Non appena vede i “clienti” inizia a fare una specie di balletto seducente per accoglierli.
La vecchia la presenta come Pony l’orangutan e dice il prezzo per andarci a letto. Michelle, orripilata, dice alla vecchia che porterà via la scimmia. La donna non è contenta e si mette a strillare. Inizialmente i poliziotti hanno la meglio, ma improvvisamente si raduna una folla dentro il bordello. Contadini, prostitute e abitanti del villaggio, alcuni armati, iniziano a minacciare gli ambientalisti e li costringono a fuggire.
Pistole, mitra e spade avvelenate: la battaglia per Pony
I tentativi di salvataggio di Pony continuano nei mesi successivi, ma si rivelano tutti buchi nell’acqua. Gli abitanti ricorrono ogni volta alle maniere forti e sono troppo numerosi. Secondo la polizia, utilizzano attrezzi agricoli, pistole e addirittura spade avvelenate per allontanare gli agenti.
Gli attivisti raccontano che Pony l’orangutan era una vera e propria miniera d’oro per il bordello e per il villaggio in generale. Nelle zone rurali del Borneo ci sarebbero parecchi “villaggi bordello” per i contadini della zona, ma una scimmia sarebbe stata un’esperienza unica. La gente viaggiava per ore per avere l’occasione di andare a letto con Pony.
Nel 2003 Michelle convince la polizia a darle gli uomini necessari. Trentacinque agenti in assetto da guerra e armati di mitra entrano nel villaggio e riescono finalmente a portare via Pony dal bordello. La vecchia padrona, disperata, scoppia a piangere e si butta contro i poliziotti. Strilla “Ridatemi la mia bambina!”
Anche la scimmia strilla. E caga, e perde sangue. Gli abitanti del posto sono furibondi, ma i poliziotti riescono ad allontanarsi senza far degenerare il conflitto.
Lo stress post traumatico di Pony
Le condizioni di Pony l’orangutan sono pessime: è malnutrita e disidratata. Le depilazioni quotidiane le hanno riempito la pelle di ulcere, peggiorate da trucco e profumi. Pony, inoltre, è traumatizzata: strilla nel sonno, ha paura delle altre scimmie e non mangia.
Intanto al villaggio le cose non vanno bene. La gente, arrabbiata, inizia a protestare. La vecchia padrona riesce a convincere gli ambientalisti quanto meno ad andare a trovare Pony una volta al mese. Ma ogni volta che la scimmia la rivede, inizia a strillare e a cagare terrorizzata. Dopo qualche incontro le visite vengono proibite e Pony inizia a mostrare segni miglioramento.
A detta di Michelle, la vecchia e gli abitanti del villaggio le volevano bene, nel loro modo malato e terribile. Racconta che secondo gli abitanti Pony era fortunata e poteva indovinare i numeri della lotteria.
Col passare degli anni Pony l’orangutan è tornata in salute e nel 2013 è stata liberata in una riserva… ma non è andata bene. Dopo tre mesi gli ambientalisti l’hanno ritrovata in procinto di morire di fame e l’hanno riportata nelle loro strutture. Pony l’orangutan è stata liberata di nuovo, qualche mese dopo, in un “complesso di socializzazione”, e questa volta è andata meglio.
Ad oggi, nel 2019, Pony è in salute e ha smesso di strillare e cagarsi addosso terrorizzata.
Tutto è bene quel che finisce… “bene”? Davvero?
Scrivere questa sezione mi genera un po’ di disagio, perché non vorrei sembrare benaltrista. Ma, come diceva coso, excusatio non petita, accusa garantita (‘azz, troppo tardi!). In ogni caso, in tutti gli articoli che ho letto per scrivere il post, non ho mai trovato nessuno che quanto meno facesse notare una cosa particolare di questa storia.
Dopo un anno di tentavi, sono serviti trentacinque poliziotti in assetto da guerra per liberare una scimmia da un bordello. In cui lavoravano prostitute umane, un terzo delle quali, secondo le statistiche dell’Indonesia, potenzialmente minorenni.
Questa non vuole in nessun modo essere un’accusa contro Michelle Desilets e la BOS Foundation. Sono un’associazione di animalisti, che dovevano fare: liberare le prostitute in una riserva naturale per oranghi?
Ma non riesco a metabolizzare il fatto che a fronte di tutti questi sforzi per liberare Pony, nessuno abbia fatto neanche mezza menzione alle prostitute umane impiegate nel bordello. Non conosco la cultura e lo stile di vita del Borneo indonesiano. Magari sono lì per scelta, magari è un lavoro migliore di tanti altri in quella regione, ma dubito che sia una crociera di lusso.
Beh, immagino che questa sezione del post abbia notevolmente migliorato le loro condizioni…
A detta di Michelle, le forze di polizia sono virtualmente assenti nelle regioni rurali del Borneo. Gli stessi responsabili degli abusi di Pony non hanno passato nessun guaio. E la legge Indonesia, a quanto pare, sarebbe alquanto ambigua riguardo lo sfruttamento della prostituzione.
Ho dato un’occhiata online e l’argomento meriterebbe un articolo a parte (no. Non voglio parlare esaustivamente di schiave sessuali in un post su una scimmia). Aspettatevi un post sulla prostituzione in Indonesia. Fino ad allora condividete gli articoli e parlate del mio blog ai vostri amici strani.